Ninfa che avrebbe generato al fiume Cefiso il bel Narciso, presso Tespie in Beozia; (fonti tardive) Eustath. Comm. a Hom. Il. 2, 498 (1, 406). In Ovidio, Metam. 3, 341-510, il nome è Liriŏpe, e la vicenda è collocata al tempo di Tiresia
Indovino tebano al quale vengono attribuite le più strane avventure. Un giorno mentre era sul monte Citerone gli capitò di vedere due serpi avvinghiate e uccidendo la femmina fu nello stesso punto mutato in donna e divenne una prostituta rinomata, sette anni dopo nello... Leggi.
L’idionimo riproduce un aggettivo in -όεις, femm. -όεσσα da λείριον, “giglio”, e significa semplicemente “liliale, simile a un giglio” (Chantraine, Formation, pp. 271-272). La forma ovidiana Liriŏpe sembra ricalcata sui composti in -οπη con vocale breve, cfr. Antiope, Argiope, Calciope, etc., e significa dunque “volto (o aspetto) di giglio”.

L’idionimo riproduce un aggettivo in -όεις, femm. -όεσσα da λείριον, “giglio”, e significa semplicemente “liliale, simile a un giglio” (Chantraine, Formation, pp. 271-272). La forma ovidiana Liriŏpe sembra ricalcata sui composti in -οπη con vocale breve, cfr. Antiope, Argiope, Calciope, etc., e significa dunque “volto (o aspetto) di giglio”.
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