Abisso senza fondo
La situazione emotiva è una delle strutture esistenziali in cui l’essere dell’uomo si mantiene. Essa è caratterizzata dalla comprensione, vale a dire: la comprensione è sempre emotivamente tonalizzata. La comprensione è un esistenziale, cioè un modo fondamentale dell’essere dell’esserci. Nel discorso ontico (ordinario), usiamo sovente l’espressione comprendere qualcosa come essere in grado di affrontare qualcosa, come saperci fare, come potere. Ma bisogna sempre tener presente che: l’uomo non è una semplice presenza che ha in più il requisito di potere qualcosa, ma è prima di tutto un essere-possibile. L’esserci è (esiste) sempre nel modo della possibilità. Solo perché l’esserci, comprendendo, rivela il suo essere-in-situazione, esso può smarrirsi e disconoscersi, cioè: l’esserci è già sempre (nella sua struttura) smarrito e disconosciuto. Nel suo poter-essere, l’esserci (l’uomo) può ritrovarsi, cioè rivelare la sua struttura di possibilità (e non di necessità): è infatti necessario solo che la sua esistenza sia possibile. La comprensione si attua come apertura del mondo, poiché l’esserci comprende sé stesso a partire dal proprio mondo. Questo significa che l’esserci non può separarsi da sé stesso per comprendere soltanto il mondo. Il mondo fa parte del suo essere-se-stesso in quanto essere-nel-mondo. È sempre in uno stato emotivo che l’esserci vede le possibilità in base alle quali esso è. Il senso è il modo di essere dell’ente portato a comprensione a partire dall’esserci. Il compreso non è il senso, ma l’ente. Il senso è ciò in cui si mantiene la comprensibilità di qualcosa, è il contenuto articolabile dell’interpretazione, è ciò in vista di cui qualcosa diviene comprensibile. Questo significa che il senso non è separabile dal progetto dell’esistenza. Il progetto è sì rivolto al futuro, ma in quanto deve partire da una situazione, esso è strutturato secondo la pre-disponibilità, la pre-visione e la pre-cognizione. Il senso è un carattere esistenziale dell’uomo, e non qualcosa che inerisca agli enti o agli oggetti. Gli enti difformi dall’esserci (dall’uomo) sono senza-senso, cioè ricevono il senso dal rapporto con l’esserci. Il fondamento, la ragione ultima delle cose, non è pensabile che come senso, anche l’abisso senza fondo della mancanza di senso di cui parla Nietzsche.

Crediti
 Martin Heidegger
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