Ci viene inculcato il principio che niente è più salutare che l’adeguarsi a un poco solido e sicuro, cioè abituarsi e appoggiarsi a leggi e comandamenti prescritti da un severo ente esterno. Forse si tende a istupidirci, comunque si vuole che siamo piccoli. Ma non per questo ci si intimidisce. Noi alunni sappiamo tutti, uno come l’altro, che la timidezza è degna di condanna. Chi balbetta, chi mostra timore, si espone a dileggio della nostra signorina; ma tuttavia dobbiamo esser piccoli e dobbiamo sapere, saperlo di preciso, che non siamo nulla di grande. La legge coi suoi ordini, la costrizione coi suoi obblighi, le molte inesorabili prescrizioni che ci dettano la direzione da seguire e il gusto da avere: ecco quello che è grande, e non già noialtri allievi. Sì, ciascuno, persino io, ha la sensazione che siamo semplicemente dei piccoli nani subordinati, tenuti a un’incessante obbedienza. E così ci comportiamo: umilmente, ma con totale fiducia.
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