Renzo VespignaniIn L’albero intricato, David Quammen illumina l’emergere degli eucarioti come un evento cruciale nella storia della vita, un salto evolutivo che ha aperto la strada alla multicellularità e alla diversità di piante, animali e funghi. Pur celebrando il mondo microbico e il trasferimento genico orizzontale (HGT), il libro sottolinea come la complessità eucariotica, radicata in fusioni ancestrali, abbia trasformato la biosfera. Gli eucarioti, con la loro struttura chimerica e la loro versatilità, incarnano l’essenza intricata della vita, un mosaico di collaborazioni che ha generato un’esplosione di forme e funzioni.

Una rivoluzione evolutiva

Gli eucarioti rappresentano una svolta senza precedenti. A differenza dei procarioti, le loro cellule complesse – con nucleo, organelli e citoscheletro – hanno permesso l’evoluzione di organismi multicellulari, dai coralli alle sequoie. Quammen contestualizza questa transizione nel quadro della filogenesi profonda, mostrando come la visione tradizionale di un albero con tre rami divergenti (Batteri, Archaea, Eucarioti) sia troppo semplicistica. Le prove molecolari, da Carl Woese a Lynn Margulis, rivelano che gli eucarioti sono un’entità ibrida, nata da fusioni tra lignaggi microbici, un intreccio che sfida la linearità dell’evoluzione.

Questa origine chimerica non è solo una curiosità, ma il fondamento della loro unicità. La complessità eucariotica ha permesso di superare i limiti dei procarioti, aprendo nuove possibilità biologiche che hanno rimodellato il pianeta.

L’endosimbiosi: il cuore della cellula eucariotica

L’evento chiave per gli eucarioti è l’endosimbiosi. Un alfa-proteobatterio, inglobato da una cellula ospite – probabilmente un Archaea del gruppo Asgard, ricco di geni firma eucariotici – si è evoluto nel mitocondrio. Quammen descrive questa rivoluzione energetica come cruciale: la respirazione aerobica ha fornito energia per sostenere cellule più grandi e genomi più complessi. In un secondo evento, un cianobatterio è diventato il cloroplasto, dando origine alla fotosintesi in alghe e piante, con impatti ecologici globali.

Questi eventi non sono semplici acquisizioni, ma fusioni profonde. I mitocondri e i cloroplasti, con il loro DNA e ribosomi batterici, sono reliquie di antichi simbionti, integrati nella cellula ospite attraverso un trasferimento genico massiccio, un esempio estremo di HGT che ha plasmato l’identità eucariotica.

Caratteristiche uniche degli eucarioti

Gli eucarioti si distinguono per la loro architettura cellulare. Il nucleo, che organizza il DNA in cromosomi lineari, consente una regolazione genica sofisticata. Un sistema di membrane interne – reticolo endoplasmatico, apparato di Golgi – e un citoscheletro dinamico permettono compartimentazione, movimento e fagocitosi. Quammen evidenzia come queste innovazioni abbiano reso possibile la multicellularità, emersa più volte negli Eukarya (in animali, piante, funghi), ma mai nei procarioti, limitati a colonie semplici.

La multicellularità, con cellule specializzate che formano tessuti e organi, è il trionfo della complessità eucariotica. È la base della diversità morfologica e comportamentale che rende la vita visibile, dalle balene ai funghi luminescenti, un’esplosione di forme resa possibile solo dalla versatilità delle cellule eucariotiche.

Radici microbiche e HGT

Nonostante la loro unicità, gli eucarioti sono profondamente legati al mondo microbico. Quammen ricorda che sono chimere, nate da fusioni tra Archaea e Batteri. Il loro genoma porta tracce di HGT, con geni batterici e archeali incorporati nel tempo, oltre a quelli trasferiti da mitocondri e cloroplasti. Il microbioma, composto da batteri e archei, è essenziale per la loro sopravvivenza, influenzando digestione, immunità e sviluppo. Anche i protisti basali, eucarioti unicellulari, offrono indizi sull’eucariogenesi, suggerendo che l’ospite ancestrale fosse un Archaea complesso.

Questa dipendenza microbica sottolinea che gli eucarioti non sono un ramo isolato, ma un nodo in una rete evolutiva, intrecciato con i domini procariotici attraverso scambi genetici e simbiosi che continuano a plasmare la loro storia.

Un evento di singolarità evolutiva

Quammen celebra gli eucarioti come una singolarità, un momento in cui la vita ha raggiunto nuovi livelli di complessità. La loro capacità di formare organismi multicellulari ha trasformato gli ecosistemi, dando vita alla biodiversità macroscopica che ammiriamo. Tuttavia, questa grandezza è radicata in un passato intricato. L’endosimbiosi e l’HGT dimostrano che la loro evoluzione è stata un processo collaborativo, non una divergenza solitaria. Gli eucarioti sono la prova che l’unione di lignaggi diversi può generare innovazioni straordinarie, un tema centrale del libro.

La loro storia ci invita a riconsiderare l’evoluzione come un intreccio di competizione e cooperazione, dove la complessità nasce da alleanze profonde, non da isolamenti.

Un mosaico intricato e glorioso

L’albero intricato rende omaggio agli eucarioti come architetti della vita complessa, ma ancorati a un’origine microbica. Quammen intreccia la loro storia con quella dell’HGT e dell’endosimbiosi, mostrando come la loro unicità sia il frutto di fusioni ancestrali. Dalle cellule singole ai corpi multicellulari, gli eucarioti incarnano la creatività dell’evoluzione, un mosaico intricato di contributi genetici. La loro diversità – dalle formiche alle foreste – è un tributo alla potenza delle connessioni, un filo vibrante nella rete della vita che ci ricorda la nostra appartenenza a un tutto più grande, un arazzo di intrecci che continua a evolversi con bellezza e meraviglia.

Crediti
 Autori Vari
  *L'albero intricato* di Quammen narra la rivoluzione in biologia evolutiva. Grazie a Woese (Archaea) e Margulis (endosimbiosi), si scopre il trasferimento genico orizzontale (HGT). Questo sfida l'Albero della Vita darwiniano, rivelando una rete intricata dove i microbi e lo scambio genico sono centrali.
 Pinterest • Renzo Vespignani  • 



Citazioni correlate

  • L'albero intricato ci insegna a vedere il mondo microbico non come una collezione di entità separate, ma come una rete dinamica di comunità interagenti, capaci di comportamenti collettivi sofisticati... attraverso la cooperazione e lo scambio genetico.
     David Quammen    L'albero intricato

  • L'albero intricato, quindi, non chiude un capitolo, ma ne apre molti altri... La comprensione della vita come una rete complessa e interconnessa, dominata dal mondo microbico e plasmata da processi come l'HGT, sarà il paradigma guida per le generazioni future di biologi.
     David Quammen    L'albero intricato

  • La storia dell'origine mitocondriale... è una testimonianza della potenza creativa della simbiosi, una dimostrazione che l'evoluzione non procede solo per divergenza ma anche per fusione, e una chiave per comprendere... l'emergere della complessità eucariotica.
     David Quammen    L'albero intricato

  • Tutte le cellule costituite hanno le mitocondrie ed è risaputo che le mitocondrie erano delle batterie simbiotiche che penetrarono negli organismi e si trasformarono nelle mitocondrie che oggi abbiamo nel nostro corpo.
     Jorge Víctor Crisci  

  • Oggi nell'America del sud quasi tutto il DNA materno mitocondriale è di origine o di native americane o africane. Invece tra i cromosomi Y trasmessi dai maschi c'è una grande quantità di cromosomi Y tipicamente europei. Questo perché i conquistatori sono arrivati - ed erano maschi - dall'Europa e si sono scelti le loro mogli tra le indigene e tra le schiave nere che venivano portate.
     Guido Barbujani  

Tags correlati
Parole chiavi
Riferimenti