Struggle of the Aleph
[…] La morte, o la sua illusione, rende preziosi e patetici gli uomini.
Questi si commuovono per la loro condizione di fantasmi; Ogni atto che compiono può essere l’ultimo; e non c’è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto d’un sogno.
Tutto, tra i mortali, ha il valore dell’irrecuperabile e del casuale.
Tra gli Immortali, invece, ogni atto, e ogni pensiero, è l’eco d’altri che nel passato lo precedettero, senza principio visibile, o il fedele presagio di altri che nel futuro lo ripeteranno fino alla vertigine.
Non c’è cosa che non sia come perduta tra infaticabili specchi.
Nulla può accadere una sola volta, nulla è preziosamente precario.
Ciò che è elegiaco, grave, rituale, non vale per gli Immortali.
Omero ed io ricordo, ci separammo alle porte di Tangeri; credo senza dirci neanche addio!

Crediti
 Jorge Luis Borges
 The Aleph
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