Avevo ancora, negli occhi della mente, l’eco dello splendore rosato, incantevole, ipnotico del Cimon della Pala, mentre salivo, curva dopo curva, tra l’odore verde dei prati, l’umido del bosco e la tentazione che esercitavano le fughe delle stradine in terra battuta che quasi a ogni curva, che si piegava a gomito, dipartivano per inoltrarsi nel denso del bosco. Lo strano mistero della luce che filtrava tra le ramificazioni. Il bosco è uno spazio che meraviglia per ciò che è, ma anche per quel qualcos’altro a cui allude e rimanda, per ciò che intende sempre celare. A ogni passo si ha la percezione di arrivare più vicino, di stare per intravedere quel che viene tenuto nascosto. Si intuisce la possibilità di raggiungere il luogo da cui arriva la luce. O il nucleo stesso del bosco, lo spazio segreto, il centro più profondo. Quel che l’altro sembra contenere dentro di sé. Ma più si avanza e più il bosco ricrea sé stesso, si perde, si dirada, si infittisce e si ostina ad allontanare i confini del proprio limitare. Quanto più lo inseguiamo, quel confine, e tanto più il bosco relega quel che c’è al di là, ancora più in là. Infine scompare, quasi spaventato. Infine s’arresta, d’improvviso, davanti alle case, alle strade, alle prime voci degli uomini, al voltare di una curva.
Walden, ovvero vita nei boschi di Henry David Thoreau
Thoreau racconta la sua esperienza di vita nei boschi, dove si ritira per due anni cercando un contatto più profondo con la natura e una maggiore consapevolezza spirituale. Attraverso una prosa che unisce filosofia e osservazione naturalistica, esplora la bellezza e i misteri del mondo naturale, riflettendo su temi come l’autosufficienza, la semplicità e la connessione con l’ambiente. Il libro diventa una celebrazione del rapporto uomo-natura e una critica alla società industriale.
Il richiamo della foresta di Jack London
London racconta la storia di Buck, un cane domestico che si ritrova catapultato nella selvaggia Alaska durante la corsa all’oro. Qui riscopre il suo istinto primordiale, tornando a vivere in sintonia con la natura. La narrazione esplora la lotta tra civilizzazione e natura selvaggia, riflettendo sulla resilienza e la capacità di adattamento. Il viaggio di Buck è simbolico di una ricerca di identità e della riscoperta di un’energia ancestrale.
Sotto il bosco di latte di Dylan Thomas
Quest’opera teatrale poetica racconta la vita quotidiana di un villaggio immaginario gallese, portando il lettore in un mondo onirico e simbolico. Il bosco, pur non essendo centrale, diventa simbolo della profondità dell’esistenza e dei misteri dell’animo umano. La scrittura lirica e suggestiva di Thomas esplora il confine tra realtà e immaginazione, offrendo un’esperienza sensoriale e riflessiva, simile alla ricerca descritta nel testo originale.
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