Mural de la Miseria  ⋯ Fundación GuayasamínMi proibisci l’osservazione della natura e mi allontani dal tutto, limitandomi alla parte?
Non cercherò quali siano i principî dell’universo? Chi ha dato forma alle cose? Chi ha separato l’insieme degli elementi immersi in un tutt’uno e avviluppati in una materia inerte? Non cercherò chi è l’artefice di questo mondo?
Per quale disegno tanta grandezza è arrivata a una legge e a un ordine? Chi ha raccolto gli elementi sparsi, ha distinto quelli confusi, ha dato un’identità a ciò che giaceva in un’unica massa informe? Da dove si diffonde tanto fulgore di luce? Se è fuoco o qualcosa più splendente del fuoco?
Non ricercherò tutto questo? Non conoscerò la mia origine? Se è destino che io veda una sola volta questo mondo o che rinasca più volte? Dove andrò allontanandomi da qui? Quale sede attende l’anima libera dalle leggi dell’umana schiavitù?
Mi proibisci di essere partecipe del cielo, ossia mi imponi di vivere a testa bassa?
Sono troppo grande e nato per un destino troppo alto per essere schiavo del mio corpo: lo vedo unicamente come una catena che limita la mia libertà; lo oppongo alla sorte, perché vi si arresti contro e non permetto che nessun colpo, trapassandolo, arrivi a me. Il corpo è la sola parte di me che può subire danno: in questa fragile dimora risiede un’anima libera.

Crediti
 Lucio Anneo Seneca
 Lettere a Lucilio
 Pinterest •  Mural de la Miseria • Fundación Guayasamín. Quito




Quotes per Lucio Anneo Seneca

Molto dunque si estende la vita del saggio, non è confinato negli stessi limiti degli altri: lui solo è libero dalle leggi dell'umanità, tutti i secoli ubbidiscono a lui come a dio. È passato del tempo: lo blocca col ricordo; urge: ne usa; sta per venire: lo pregusta. Gli fa lunga la vita la concentrazione di tutti i tempi.  De brevitate vitae

L'uomo è un animale sociale, le persone non sono fatte per stare da sole.

La vita è breve: evitiamo, dunque, programmi troppo estesi: ogni giorno, ogni ora ci mostra la nostra nullità e ricorda a noi smemorati, con qualche nuovo argomento, la nostra fragile natura. Allora noi, che facciamo programmi come se la nostra vita fosse eterna, siamo costretti a pensare alla morte. Si volge, infatti, ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.

Una delle cause delle nostre miserie è che viviamo seguendo l'esempio altrui, ci lasciamo trascinare dalla consuetudine. Se fossero pochi a fare una cosa, noi non avremmo voglia di imitarli; ma una volta che s'è generalizzata una moda, la seguiamo, nella convinzione che una cosa diventi onorevole se è fatta da molte persone. Così per noi l'errore prende il posto dell'azione retta quando è diventato l'errore di tutti.  Lettere a Lucilio

Nello Stato in cui gli uomini vengono puniti raramente, si instaura una sorta di cospirazione a favore della moralità, della quale ci si prende cura come per un bene pubblico. I cittadini si considerino privi di colpe e lo saranno; e si adireranno maggiormente con quelli che si allontaneranno dalla rettitudine comune, se vedranno che sono pochi. È pericoloso, credimi, mostrare ai cittadini quanto più numerosi siano i cattivi.  De clementia


Riferimenti