
Sia in Dottrina della somiglianza che in Sulla facoltà mimetica, lettura e Sprache si legano in modo inseparabile con la categoria di somiglianze non sensoriali mediante una singolare concezione della scrittura concepita come un archivio […] delle non sensoriali corrispondenze (2010 II-I, p. 216). In tale concezione, inquadrata da un’analisi discorsiva situata all’intersezione tra retorica ed estetica, la rappresentazione analogico-proporzionale della mimesi tradizionale è sostituita da una concezione radicale dell’esperienza secondo la quale le percezioni o la produzione di somiglianze si presentano implicate nell’inseparabilità di scrittura e lettura sotto il dominio del non somigliante. Questo tipo di percezioni, in contrasto con quelle dello schematismo relazionale del logicismo classico, ha un fondamento paradossale, che non solo attraversa le intersezioni delle associazioni inconsce in cui si inscrivono la lettura e la scrittura, ma anche la Lehre in quanto insegnamento, trasmissione o comunicazione indiretta (non in quanto scienza, teoria o dottrina sistematica) Contro l’ideale delle filosofie di sistema e delle configurazioni epistemiche dei discorsi filosofici della fine del XVIII secolo e del XIX secolo (Benjamin, 2012, p. 61), la sua scommessa si orienta, per mezzo di una critica filosofico-linguistica (Steiner, 2014, p. 258), a leggere i momenti in cui i discorsi delle discipline filosofiche trovano un legame problematico con il loro oggetto. Questo esige loro di rompere la propria isolata unilateralità e pensarsi quindi in interazione con il fondamento retorico per il quale esse esistono e si articolano, ovvero la loro condizione di possibilità in quanto discorsi, linguaggi o forme di parola in cui si leggono le tradizioni. Sprache è il significante tedesco utilizzato da Benjamin che in molti contesti discorsivi risulta traducibile con parola (anche con lingua o linguaggio, ma in collegamento con il dominio dell’enunciazione, non come un sistema o codice semiotico isolabile dall’istanza di atto retorico-performativo).. Allo stesso tempo, a differenza del punto d’appoggio della mimesi tradizionale – basato su categorie di provenienza logica, come quelle di relazione e il principio di identità, inerenti all’aristotelismo -, il mimetico, in un senso retorico radicale, risulta interpretato nel quadro di un’esperienza di lettura e/o percettiva che trova come fondamento una dimensione incondizionata e irriducibile – mai traducibile in un gergo dell’identità – come quella di Sprache, in quanto sfera retorica che non può essere pensata al di fuori della sua istanza di atto ed esente dalle tensioni equivoche delle sovradeterminazioni semiotiche delle figure.
Il non somigliante nel somigliante: mimesi e lettura in Walter Benjamin
Pubblicato in linea nel 2023
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Il linguaggio non è solo suono, ma una soglia che ci apre all'essere, un limite che ci struttura e ci espone al silenzio del Reale.
Giorgio Agamben Il linguaggio e la morteIl male irrompe come Reale, una banalità che il Grande Altro non regge, spogliando il simbolico di ogni illusione di ordine.
Hannah Arendt La banalità del maleLa fonte del godimento estetico starà or più nella percezione dell'idea conosciuta, or più nella beatitudine e serenità spirituale del puro conoscere, liberatosi da ogni volere e per conseguenza da ogni individualità, e della pena che questa produce: e codesto prevalere dell'uno o dell'altro elemento del piacere estetico dipenderà dall'esser l'idea intuitivamente percepita un più alto o più basso grado nell'oggettità della volontà.
Arthur Schopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazioneUn lampo è la vita dell'uomo, la sua essenza è un fluire continuo, indistinta la sua percezione, marcescibile è tutto il suo corpo, l'anima è come un turbinoso fantasma, indecifrabile il suo destino, ingiudicabile la fama. In poche parole, ogni moto del corpo è come la corrente di un fiume, ogni impulso dell'anima sogno e illusione; la vita è guerra e soggiorno in terra straniera, la fama, dopo la morte, un sempiterno oblio.
Marco AurelioSolo con Beethoven [la musica] aveva appunto cominciato a trovare il linguaggio del pathos, della volontà appassionata, dei fatti drammatici che avvengono nell'intimo dell'uomo.
Friedrich Nietzsche
Dottrina della somiglianza di Walter Benjamin
Il testo esplora la percezione delle somiglianze non sensoriali, intrecciando retorica ed estetica. Benjamin abbandona la mimesi tradizionale per un approccio radicale che lega scrittura e lettura a un archivio simbolico. Propone una critica filosofica che sfida le categorie logiche classiche, enfatizzando il ruolo dell’immaginazione e dell’enunciazione nell’esperienza temporale della percezione.
Critica della facoltà di giudizio di Immanuel Kant
Kant delinea il giudizio estetico e l’immaginazione produttiva, distinguendoli dalla conoscenza logica. Nel paragrafo 59, introduce il simbolico come percezione indiretta, fondamentale per Benjamin. Il libro è cruciale per comprendere il passaggio dalla mimesi classica a una retorica moderna basata su corrispondenze non sensoriali e sull’incondizionato.
Retorica di Aristotele
Aristotele sistematizza la retorica come arte del discorso, fondata su logica e proporzione. Benché influente, il suo approccio classicista viene superato da Benjamin, che ne critica la mimesi imitativa. Il testo offre un contrasto storico per capire l’evoluzione della retorica verso una dimensione simbolica e temporale nella filosofia moderna.
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