Atole
Vidi Mario Santiago e Orlando Guillén
i poeti perduti del Messico
che se la ridevano alla grande
Nei murali di una nuova università
chiamata inferno o qualcosa di simile
a una specie di inferno pedagogico
Ma vi assicuro che la musica in sottofondo
era quella popolare di Veracruz o di Tamaulipas
non sono in grado di precisarlo
Amici miei era il giorno della presentazione
de «I Poeti Perduti del Messico»
cosicché potete già immaginarvelo
Mario e Orlando ridevano ma come in una ripresa rallentata
come se nel murale nel quale vivevano
non esistesse la fretta o la velocità
Non so se mi spiego
come se le loro risa si propagassero minuziosamente
su un orizzonte infinito
Ricordi quei cieli dipinti dal Dr. Atl?
sì, li ricordo, e ricordo anche
le risate dei miei amici
Quando non vivevano ancora nel murale labirintico
e apparivano e scomparivano come la poesia vera
quella che ora visitano i turisti
Ubriachi e impasticcati come documenti di sangue
ora spariscono nello splendore geometrico
che è il Messico che gli appartiene
Il Messico delle solitudini e dei ricordi
quello del metrò notturno e dei caffè cinesi
quello dell’alba e degli atole.

Crediti
 Roberto Bolaño
 I cani romantici
  trad. Francesco Marotta
 SchieleArt •   • 




Quotes per Roberto Bolaño

Nella sala di lettura dell'inferno Nel circolo
degli appassionati di fantascienza
Nei cortili brinati Nei dormitori pubblici
Nelle strade ghiacciate Quando tutto sembra più chiaro
E ogni istante è migliore e meno importante
Con una sigaretta tra le labbra e con paura A volte
gli occhi verdi E ventisei anni Per servirvi.  I cani romantici

Capii allora, con umiltà, con perplessità, in uno slancio di messicanità assoluta, che eravamo governati dal caso e che in quella tempesta saremmo annegati tutti, e capii che solo i più astuti, di certo non io, sarebbero rimasti ancora un po' di tempo a galla.

La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell'uomo che scrive non c'è nulla.

La situazione reale: stavo da solo in casa, avevo ventotto anni, ero appena tornato dopo aver passato l'estate fuori dalla provincia, a lavorare, e le stanze erano piene di ragnatele. Non avevo più un lavoro e i soldi, col contagocce, mi sarebbero bastati per quattro mesi. Non avevo nemmeno speranze di trovare un altro lavoro. Alla polizia mi avevano rinnovato il permesso di soggiorno per tre mesi. Non autorizzato a lavorare in Spagna. Non sapevo che fare. Era un autunno benigno.  Tre

Ho sognato detective raggelati, detective latinoamericani
che si sforzavano di mantenere gli occhi aperti
in pieno sonno.
Ho sognato crimini orribili
e tipi meticolosi
che cercavano di non calpestare le pozze di sangue
e nello stesso tempo di abbracciare con un colpo d'occhio
la scena del delitto.
Ho sognato detective perduti
nello specchio convesso degli Arnolfini:
la nostra epoca, le nostre aspettative,
i nostri modelli del Terrore.  I cani romantici