A volte ci deviamo su una strada sbagliata, avanziamo alla cieca e quando apriamo gli occhi e ci guardiamo intorno, ci troviamo di fronte ad uno scenario desolante. Improvvisamente si è faccia a faccia con il male, con un buio profondo e terrificante. Allora pensiamo che mai più ci verrà la voglia di andare avanti e rimaniamo paralizzati.
Ma poi, ci rendiamo conto che c’era bisogno di perdersi, di scendere nelle profondità, che c’è qualcosa di noi che dovevamo vedere lì e che ci dà la forza per ritrovare la strada giusta: da questo pensiero ci rimettiamo di nuovo in moto. Facciamo un passo indietro, verso il percorso che abbiamo lasciato, e una volta lì, ci ritroviamo con la tenerezza e la bellezza dell’umano. E torniamo a credere, tutto ricomincia da capo, ma questa volta, non ci sbagliamo o almeno cerchiamo di non inciampare sul masso. Proviamo a muoverci e poi siamo sulla strada giusta o meno tortuosa.
A volte abbiamo bisogno di perderci, distruggerci per costruirci; a volte dobbiamo passare una stagione all’inferno per uscire dal proprio.
Articoli simili
La compassione nel buddhismo
28/02/2025Il racconto di Mahasattva, un capitano che uccide per compassione, illustra come la motivazione possa trasformare un atto negativo in un gesto virtuoso, secondo gli insegnamenti buddhisti.
Riti di iniziazione: mito e realtà
02/01/2025I riti di iniziazione nelle culture primitive, analizzati attraverso il mito e l’esempio di Telemaco nell’Odissea, mettono a confronto il percorso di crescita del ragazzo e della ragazza verso l’età adulta. Un confronto tra la naturale transizione femminile e la ricerca identitaria maschile.
Tutto scorre
29/12/2024Guardo una foto di quando avevo sedici anni e ne guardo una d’oggi. Dio, come sono cambiato! Poi mi chiedo: ma quando è successo? Di notte? Mentre dormivo? E come mai il mattino dopo non me ne sono accorto?
Ancora nessun commento