Da una botola lassù, sto precipitando nello spazio infinito, in una caduta senza direzione, infinitupla e vuota. La mia anima è un maelstrom nero, una vasta vertigine attorno al vuoto, il movimento di un oceano infinito intorno a un buco nel nulla, e nelle acque che più che acque sono vortici, fluttuano tutte le immagini del che ho visto e sentito nel mondo – ci sono case, volti, libri, casse, echi di musica e sillabe di voci, in un turbine sinistro e senza fondo. E io, proprio io, ne sono il centro che esiste solo per una geometria dell’abisso; sono il nulla intorno a cui questo movimento gira, come fine a sé stesso, con quel centro che esiste solo perché ogni cerchio lo possiede. Io, proprio io, sono il pozzo senza pareti, il centro di tutto con il nulla intorno.
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