NudeSi accusa il grande navigatore Colombo di avere favorito il colonialismo e si buttano giù le sue statue.
Si accusa Jefferson di avere combattuto gli indiani d’America e si loda la sua immagine con getti di vernice rossa, e così via.
Da noi forse le proposte della cancel-culture sembrano meno sentite che in una America ancora fortemente legata al suo passato puritano.
Dalle statue poi si passa al linguaggio e anche quello viene preso di mira. Si propone di eliminare le differenze fra il femminile e il maschile mettendo un asterisco al posto della vocale. (…)
Prendersela con personaggi e idee del passato, perché non corrispondono alle sensibilità odierne, vuol dire negare la grande capacità metamorfica della storia. Vuol dire sconfessare le conquiste fatte, vuol dire rifiutare l’evoluzione, smantellare i passaggi preziosi del tempo (…), vuol dire entrare in quel pericoloso luogo della mente in cui, come asseriva Goethe, il sonno della ragione genera mostri. (…)
Una giusta voglia di adeguare il linguaggio e le azioni umane alle nostre certezze attuali ci porta a gettare in mare grandi filosofi e grandi artisti con un gesto di rabbia. (…)
Fra qualche decennio i nostri nipoti ci guarderanno con aria di sufficienza e troveranno che molte delle nostre convinzioni erano arcaiche e fuori luogo.
Questa è la meravigliosa vitalità del nostro viaggiare dentro le contraddizioni della storia.

Crediti
 Dacia Maraini
 Il passato è una terra da coltivare
 SchieleArt •  Nude • 




Quotes per Dacia Maraini

Tante difficoltà in più o ti distruggono o ti inducono a costruire strategie di sopravvivenza, anche gioiose, anche ingegnose. Adattarsi senza perdere integrità e dignità, una sfida che vale la pena di affrontare.

Un poeta è uno a cui non interessano le storie, si concentra sulle visioni e lavora sul linguaggio.

Ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee.

Caro Pier Paolo, ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora così, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è più ostile.  Caro Pier Paolo

In campo di concentramento ho capito il rapporto che si può stabilire - ironico e profondo - fra il cibo e l'immaginazione magica. È la carenza che fa galoppare i sensi e trottare la fantasia. La mancanza sta all'origine di tutti i pensieri desideranti. E anche di tutte le deformazioni più o meno segrete del pensiero.