Capacità di soffrire illimitata
Fin dal primo istante… avevo notato qualcosa di singolare in quell’uomo… Avvertii che doveva essere malato, malato di qualche malattia dello spirito o dell’anima o del carattere… Sempre più mi resi conto che la malattia non era dovuta a difetti della sua natura, ma viceversa alla ricchezza di capacità e di energie non armonizzate tra loro. Compresi che Haller era un genio della sofferenza e aveva coltivato, nel senso di certe frasi nietzscheane, una capacità di soffrire illimitata, geniale, spaventevole. Compresi pure che il suo pessimismo non era fondato solo sul disprezzo del mondo, ma sul disprezzo di sé, poiché, pur parlando senza riguardi e spietatamente di istituzioni o persone, non escludeva mai se stesso, anzi era sempre il primo bersaglio delle proprie frecciate, era sempre il primo contro il quale rivolgeva il suo odio e la sua negazione.

Crediti
 Hermann Hesse
 Il lupo della steppa
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