Carattere acquisitoCome dell’irremovibilità dei caratteri altrui ci accorgiamo solo con l’esperienza, credendo infantilmente fino ad allora di potere, con argomentazioni ragionevoli, con preghiere e implorazioni, con l’esempio e la nobiltà d’animo, indurre qualcuno a desistere dal suo costume, a mutare il suo modo di fare, a scostarsi dalla sua mentalità, o addirittura ad allargare le sue capacità; così è anche con noi stessi. Solo per esperienza possiamo imparare ciò che vogliamo e ciò che possiamo: fino ad allora non lo sappiamo, siamo senza carattere e dobbiamo spesso essere risospinti con duri colpi dall’esterno sulla nostra propria via. Ma se infine l’abbiamo appreso, allora abbiamo raggiunto ciò che nel mondo si chiama carattere, il carattere acquisito. Questo non è dunque nient’altro che conoscenza perfetta al possibile della propria individualità: è l’astratto, quindi chiaro sapere circa le qualità immutabili del proprio carattere empirico e della misura e tendenza delle proprie forze spirituali e fisiche, cioè di tutte quante le forze e le debolezze della propria individualità. Questo ci mette in grado di svolgere ora con riflessione e metodo il ruolo in sé ormai immutabile della nostra persona, che prima sregolatamente lasciavamo alla natura, e di colmare, con la guida di fermi concetti, le lacune che capricci o debolezze causavano in ciò.

Crediti
 Arthur Schopenhauer
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Quotes per Arthur Schopenhauer

L'uomo di senno fra persone che sono nell'errore somiglia a colui che avesse l'orologio perfettamente giusto in una città in cui tutti gli orologi fossero mal regolati. Egli solo conosce l'ora precisa, ma che giova? Tutti prenderanno sempre norma dai pubblici quadranti che indicano un'ora falsa: tutti, anche colui che sapesse per caso come solamente l'orologio del primo segni l'ora vera.  Parerga e paralipomena

Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un modo solo per rivelare la propria intelligenza: quello di non parlare con loro.

La vera e profonda pace del cuore e la perfetta tranquillità d'animo, che costituiscono subito dopo la salute il più grande bene terreno, si troveranno soltanto nella solitudine, e come stato d'animo duraturo solo nel più profondo isolamento. Se in tal caso la propria individualità è grande e ricca, si godrà dello stato più felice che possa venir ritrovato su questa povera terra.

Il distogliersi della volontà dalla vita, scaturito dalla conoscenza dell'essenza del mondo, si manifesta come rassegnazione, virtù, superamento del mondo, ascetismo, vero calmo abbandono, assenza di volontà.

Il mezzo più idoneo per non essere troppo infelici è non pretendere di essere molto felici. La gioia è l'unico ospite che non si presenta alle feste. Quando la gioia va da qualche parte, lo fa di norma senza essere stata invitata e senza preavviso, spesso nelle circostanze più comuni.  L'arte di vivire