C'è dunque una contraddizione dell'amore
L’incontro Charlus-Jupien pone il lettore di fronte al più prodigioso scambio di segni. Innamorarsi vuol dire individualizzare qualcuno attraverso i segni che porta o che emette. Vuol dire diventare sensibile a questi segni, iniziarsi ad essi (come nella lenta individualizzazione di Albertine, entro il gruppo delle fanciulle). L’amicizia può forse nutrirsi di osservazione e conversazione, ma l’amore nasce e si nutre d’interpretazione silenziosa. L’essere amato appare come un segno, un’anima: esprime un mondo possibile a noi sconosciuto. L’amato implica, include, imprigiona un mondo che occorre decifrare, e cioè interpretare. Si tratta anzi di una pluralità di mondi; il pluralismo dell’amore non riguarda soltanto la molteplicità degli esseri amati, ma la molteplicità delle anime o dei mondi racchiusi entro ognuno di essi. Amare è cercare di spiegare, di sviluppare questi mondi sconosciuti che restano avviluppati nell’amato…
(omissis)
C’è dunque una contraddizione dell’amore. Non possiamo interpretare i segni di un essere amato senza sboccare in mondi che non hanno aspettato noi per formarsi, che si formarono con altre persone, e nei quali siamo dapprima solo un oggetto tra gli altri. L’amante desidera che l’amato gli dedichi le sue preferenze, i suoi gesti, le sue carezze. Ma i gesti dell’amato, nel momento stesso che sono rivolti e dedicati a noi, esprimono ancora quel mondo ignoto che ci esclude. L’amato ci dà segni di preferenza; ma poiché quei segni sono i medesimi che esprimono mondi di cui non facciamo parte, ogni preferenza di cui profittiamo traccia l’immagine del mondo possibile dove altri sarebbero o sono preferiti. La contraddizione dell’amore consiste in questo: i mezzi su cui contiamo per preservarci dalla gelosia sono gli stessi mezzi che alimentano questa gelosia, conferendole una specie di autonomia, d’indipendenza rispetto al nostro amore.

Crediti
 Gilles Deleuze
 Marcel Proust e i segni
  2003
 SchieleArt •   • 




Quotes per Gilles Deleuze

Leggere un testo infatti non è mai un esercizio erudito alla ricerca dei significati, ancor meno un esercizio altamente testuale in cerca di un significante, ma un uso produttivo della macchina letteraria, un montaggio di macchine desideranti, esercizio schizoide che libera del testo la sua potenza rivoluzionaria.  L'Anti-Edipo

La parola, la comunicazione, sono fradice. Sono interamente penetrate dal denaro: non accidentalmente, ma essenzialmente. È necessario un dirottamento della parola. Creare è sempre stato altro dal comunicare. L'importante sarà forse creare dei vacuoli di non-comunicazione, degli interruttori, per sfuggire al controllo.

Avere fiducia nel mondo è ciò che più ci manca: abbiamo completamente smarrito il mondo, ne siamo stati spossessati. Avere fiducia nel mondo vuole anche dire suscitare eventi, per piccoli che siano, che sfuggano al controllo, oppure dare vita a nuovi spazi-tempo, anche di superficie e volume ridotti. […] La capacità di resistenza o, al contrario, la sottomissione a un controllo si giudicano a livello di ciascun tentativo.  Pourparlers

Quando il delirio diventa stato clinico, le parole già non portano a nulla, già non si sente né si vede nulla attraverso di esse, tranne una notte che ha perso la sua storia, i suoi colori e le sue canzoni. La letteratura è una salute.

Il pensiero, nessuno lo prende molto sul serio, tranne quelli che si considerano pensatori o filosofi di professione. Ma questo non impedisce affatto che esso abbia i suoi apparati di potere - e che sia un effetto del suo apparato di potere il fatto che possa dire alla gente: non prendetemi sul serio perché io penso per voi, perché vi do una conformità, delle norme e delle regole, un'immagine, alle quali voi potrete tanto più sottomettervi quanto più direte.