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C'era una volta un piccolo scaffale

Poiché la vita fugge e chi tenta di ricacciarla indietro
rientra nel gomitolo primigenio dove potremo occultare,
se tentiamo con rudimenti o peggio di sopravvivere,
gli oggetti che ci parvero non peritura parte di noi stessi?
C’era una volta un piccolo scaffale che viaggiava con Clizia,
un ricettacolo di Santi Padri e di poeti equivoci che forse
avesse la virtù di galleggiare sulla cresta delle onde
quando il diluvio avrà sommerso tutto.
Se non di me almeno qualche briciola di te
dovrebbe vincere l’oblio.
E di me? La speranza è che sia disperso il visibile

e il tempo che gli ha dato la dubbia prova che questa voce È
(una E maiuscola, la sola lettera dell’alfabeto che rende possibile
o almeno ipotizzabile l’esistenza).
Poi sovente hai portato occhiali affumicati e li hai dimessi
del tutto con le pulci di John Donne) preparati al gran tuffo.
Fummo felici un giorno, un’ora un attimo
e questo potrà essere distrutto?
C’è chi dice che tutto ricomincia eguale come copia
ma non lo credo neppure come augurio.
L’hai creduto anche tu?
Non esiste a Cuma una sibilla che lo sappia.
E se fosse, nessuno sarebbe così sciocco da darle ascolto.


Crediti
 Eugenio Montale
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