La variazione, sia come tralignante deviazione (in qualcosa di superiore, di più raffinato e raro), sia come degenerazione e mostruosità, è comparsa improvvisamente in scena nella sua massima pienezza e magnificenza, il singolo osa essere singolo e campeggiare da solo. A queste svolte della storia si manifestano l’uno accanto all’altro, e spesso aggrovigliati e intricati insieme, due fatti: da un lato, un crescere e un tendere all’alto, magnifico, multiforme, come in una foresta vergine, una specie di celerità tropicale nella gara della crescita; dall’altro, un immenso precipitare e farsi precipitare in rovina, mercé gli egoismi selvaggiamente rivolti l’un contro l’altro e, per così dire, esplodenti, i quali lottano tra loro «per aver luce e sole» e non sanno più derivare dalla morale esistita fino a quel momento né limite, né freno, né riguardo. Fu questa stessa morale ad accumulare enormemente la forza che ha teso l’arco in un modo così minaccioso – e ora essa è, diventa, «sopravvissuta». È raggiunto quel punto pericoloso e inquietante in cui la vita più grande, più multiforme, più sterminata, vive al di là dell’antica morale, distaccandosi da essa: c’è ora l’«individuo», costretto a una sua propria legislazione, a sue proprie arti e astuzie d’autoconservazione, autoelevazione e autoliberazione.
Che cos’è aristocratico?
Crediti
Quotes per Friedrich Nietzsche
Ancora nessun commento