Chi parla e chi agisce?
Quando [lei, Foucault] ha organizzato il Groupe d’information sur les prisons è stato su questa base: creare le condizioni in cui i prigionieri potessero parlare in prima persona. Sarebbe assolutamente falso dire, come sembrava fare il maoista, che lei passava alla pratica applicando le sue teorie. Non c’era né applicazione, né progetto di riforma, né inchiesta nel senso tradizionale. C’era tutt’altra cosa: un sistema di collegamenti in un insieme, in una molteplicità di parti e di pezzi a un tempo teorici e pratici. Per noi l’intellettuale teorico ha smesso d’essere un soggetto, una coscienza rappresentante o rappresentativa. Quelli che agiscono e lottano hanno smesso d’essere rappresentati, foss’anche da un partito o un sindacato che si arrogassero a loro volta il diritto di essere la loro coscienza. Chi parla e chi agisce? È sempre una molteplicità, anche nella persona che parla o agisce. Siamo tutti dei gruppuscoli. Non c’è più rappresentazione, non c’è che azione, l’azione della teoria e quella della pratica in rapporti di collegamento o di scambio.

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Crediti
 Gilles Deleuze
 Gli intellettuali e il potere
 SchieleArt •   • 




Quotes per Gilles Deleuze

Il corpo si manifesta soltanto quando viene meno il sostegno delle ossa, quando la carne non ricopre più le ossa, quando carne e ossa esistono l'una per le altre, ciascuna però per conto suo… Come in Kafka, in Bacon la colonna vertebrale non è altro che la spada che un carnefice ha fatto scivolare sotto la pelle del corpo di un innocente che dorme.  Logica della sensazione

Le valutazioni, restituite al proprio elemento, non sono valori ma modi di essere, di esistere, da parte di chi giudica e valuta; fungono così da principi a quei valori in base a cui si giudica. Questo spiega perché le convinzioni, i sentimenti, i pensieri che abbiamo, siano sempre frutto del nostro modo di essere o del nostro stile di vita.  Nietzsche e la filosofia

Ad ogni tipo di società si può far cor­ri­spon­dere un tipo di mac­china: le mac­chine sem­plici o dina­mi­che per le società di sovra­nità, le mac­chine ener­ge­ti­che per quelle disci­pli­nari, le ciber­ne­ti­che e i com­pu­ter per le società di con­trollo. Ma le mac­chine non spie­gano nulla, si devono invece ana­liz­zare i con­ca­te­na­menti col­let­tivi di cui le mac­chine non sono che un aspetto.

In tutta la sua opera Spinoza non cessa di denunciare tre generi di personaggi: l'uomo dalle passioni tristi; l'uomo che sfrutta queste passioni tristi, che ha bisogno di esse per stabilire il suo potere; infine, l'uomo che si rattrista per la condizione umana e per le passioni dell'uomo in generale.

Non ci manca certo la comunicazione, anzi ne abbiamo troppa; ci manca la creazione. «Ci manca la resistenza al presente».