Esistono livelli di inquietudine molto diversi tra loro, addirittura differenti alla radice. Al contrario, la serenità è decisamente più monocorde: chi è veramente sereno… è sereno, punto. Trovo che il rapporto tra inquietudine e serenità segni la vita delle persone con vari toni di profumo.
Per capire meglio ciò che intendo, provate a mettere in relazione questi due opposti.
Su di un foglio bianco disegnate una croce cartesiana.
In verticale l’inquietudine: meno inquieti a sud e più inquieti a nord.
In orizzontale la serenità: per niente sereni a ovest e molto sereni a est.
Ora definiamo le categorie umane in base alla propria posizione.
A nordovest si trovano i grandi inquieti, per nulla sereni: coloro che vivono in modo irrequieto ogni attimo della vita, non decidono, si rodono.
A sudovest stanno le persone inutili, prive di emozioni, larve umane: ahimè esistono.
A sudest ci imbattiamo nei tipi che vivono la propria serenità in modo indolente; stanno bene, loro, ma non combinano cose utili per la comunità.
Infine concentratevi sul quadrante a nordest: vi stanno coloro che sono capaci di gestire la propria inquietudine. Lo so che siete portati a pensare che si tratta di una categoria inesistente. Ma non è così, sono persone che vivono con serenità la propria inquietudine. In questi personaggi, l’inquietudine ha una radice diversa da quella, sofferta, di chi si trova a ovest.
Ecco cosa intendevo quando ho detto che esistono livelli di inquietudine molto diversi tra loro.
Ebbene, penso di essere uno che ci sguazza nel mare di nordest. Ci sto bene in quel quadrante, perché non solo trovo serenità nella mia inquietudine, ci godo.
Ora proverò a definirmi meglio. […]
Ci sto bene in quel quadrante
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