Ciò che sostiene l'universo è il vuoto
Il libro è senza autore, perché si scrive a partire dalla scomparsa parlante dell’autore. Ha bisogno dello scrittore, che è assenza e luogo dell’assenza. Il libro è libro, quando non rimanda a qualcuno che l’abbia fatto, purificato dal suo nome, liberato dalla sua esistenza come dal senso proprio di colui che lo legge. Bisogna allora comprendere l’importanza del vuoto. Ciò che porta e sostiene l’universo è il vuoto. Nella scrittura il vuoto è l’assenza, il bianco. La parola scritta è fatta di vuoto. C’è bisogno dello spazio vuoto, di silenzio fra una parola e l’altra perché le parole siano leggibili. Non si possono leggere le parole scritte se non c’è uno spazio fra loro e la frazione di silenzio fra le parole dette ne permette l’udibilità. La parola è allora qualcosa che è scritto su un vuoto, inciso sul vuoto, come se potesse esserci una parola detta attraverso il vuoto. Senza una distanza fra le persone che parlano non vi sarebbe udibilità.

Crediti
 Maurice Blanchot
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Quotes per Maurice Blanchot

La poesia, come ogni creazione dello spirito, non può che denunciare il pericolo che il linguaggio rappresenta per l'uomo; è il pericolo dei pericoli; è il lampo che gli rivela, a rischio di accecarlo e di fulminarlo, che egli è perduto nella banalità delle parole usuali, nella comunità della lingua sociale, nella quiete delle metafore addomesticate. Il linguaggio essenziale brilla improvviso nel cuore della nube e il suo splendore corrode, consuma, divora il linguaggio storico.  Passi falsi

Perché il mistero sta anche in questa duplice lettura simultanea di un evento che tuttavia non si colloca né nell'una né nell'altra delle due versioni.

I veri pensieri sono pensieri di rifiuto, rifiuto del pensiero naturale e dell'ordine legale ed economico che si impone come una seconda natura, rifiuto della spontaneità che, mentre pretende di essere un atto di libertà, è semplicemente un fatto abituale, senza ricerca e senza precauzioni.

L'opera non è né compiuta né incompiuta: essa è… la solitudine dell'opera ha come primo sfondo quest'assenza di esigenza che non permette mai di dirla né compiuta né incompiuta. L'opera è solitaria: ciò non significa che essa rimanga incomunicabile, che il lettore le venga a mancare.

Voleva parlarmi ma non trovava nulla da dire. Alluse alla propria stanchezza e mi pregò di fargli delle domande. Ma con mio grande stupore dovetti constatare che avevo dimenticato come si domanda. Per non allarmarlo osservai che eravamo troppo vicini l'uno all'altro per interrogarci con qualche utilità. - Sì, - disse lui, - troppo vicini, è vero -. E parve allontanarsi all'infinito.