Il libro è senza autore, perché si scrive a partire dalla scomparsa parlante dell’autore. Ha bisogno dello scrittore, che è assenza e luogo dell’assenza. Il libro è libro, quando non rimanda a qualcuno che l’abbia fatto, purificato dal suo nome, liberato dalla sua esistenza come dal senso proprio di colui che lo legge. Bisogna allora comprendere l’importanza del vuoto. Ciò che porta e sostiene l’universo è il vuoto. Nella scrittura il vuoto è l’assenza, il bianco. La parola scritta è fatta di vuoto. C’è bisogno dello spazio vuoto, di silenzio fra una parola e l’altra perché le parole siano leggibili. Non si possono leggere le parole scritte se non c’è uno spazio fra loro e la frazione di silenzio fra le parole dette ne permette l’udibilità. La parola è allora qualcosa che è scritto su un vuoto, inciso sul vuoto, come se potesse esserci una parola detta attraverso il vuoto. Senza una distanza fra le persone che parlano non vi sarebbe udibilità.
Articoli simili
Mancanza di disciplina
18/08/2022Bisogna parlare solo quando non è lecito tacere; e solo di ciò che si è superato – ogni altra cosa è chiacchiera, letteratura, mancanza di disciplina. I miei scritti parlano solo dei miei superamenti: dentro ci sono io, con tutto ciò che mi fu nemico, ego ipsissimus. Lo si indovina: io ho già molto –…
Poesia del silenzio
04/04/2022Una figura a parte, in tutti i sensi. Così si presentava Paul Delvaux, pittore belga tra i più importanti del secolo XX. Un surrealista senza dogmi e senza partito, lo si direbbe semplificando un po’. Un surrealista che ama la realtà e la coglie nei suoi processi più densi ma al contempo sottili. Ripercorrendo gli…
Lacan e psicosi
01/05/2021Lacan e psicosi Il titolo di questo testo è una sorta di motto di spirito. C’è un equivoco tra psicosi al singolare e psicosi al plurale, che solleva la questione al singolare se esiste un unità del campo delle psicosi. La risposta al quesito la troviamo sempre nel titolo, che è senza articolo per azzardare…
Ancora nessun commento