Nel suo libro Il Collasso, Carlos Taibo identifica e analizza in dettaglio una serie di fattori interconnessi che, secondo la sua analisi, potrebbero portare al collasso della civiltà industriale moderna. Questi fattori non sono isolati, ma si rafforzano a vicenda, creando un effetto domino potenzialmente devastante.
Il primo e forse più critico fattore è la crisi energetica. Taibo argomenta che la nostra civiltà è costruita su un’abbondanza di energia a basso costo, principalmente derivata dai combustibili fossili. Tuttavia, con l’esaurimento progressivo di queste risorse non rinnovabili, ci troviamo di fronte a una sfida senza precedenti. Nonostante i progressi nelle energie rinnovabili, l’autore sostiene che queste non saranno in grado di sostituire completamente i combustibili fossili in termini di densità energetica e versatilità, almeno non nel breve termine. Questa transizione energetica forzata potrebbe portare a una drastica riduzione della disponibilità di energia, con conseguenze a cascata su tutti gli aspetti della società moderna.
Il cambiamento climatico è un altro fattore cruciale identificato da Taibo. L’aumento delle temperature globali, l’innalzamento del livello del mare, e l’intensificazione di eventi meteorologici estremi stanno già avendo impatti significativi sull’agricoltura, sulle risorse idriche e sugli insediamenti umani. Questi effetti, secondo l’autore, sono destinati ad aggravarsi, portando a potenziali crisi alimentari, migrazioni di massa e conflitti per le risorse.
Il sovrasfruttamento delle risorse naturali è un terzo fattore critico. Taibo sottolinea come la nostra economia basata sulla crescita continua stia esaurendo rapidamente non solo i combustibili fossili, ma anche altre risorse cruciali come i minerali rari, l’acqua dolce e il suolo fertile. Questo esaurimento potrebbe portare a una crisi di approvvigionamento di materiali essenziali per la nostra tecnologia e industria.
La crisi economica è un altro elemento chiave nella teoria del collasso di Taibo. L’autore critica l’instabilità intrinseca del sistema finanziario globale e i limiti della crescita economica infinita in un mondo finito. Sostiene che le crisi finanziarie ricorrenti e sempre più severe potrebbero alla fine portare a un collasso economico globale.
Infine, Taibo identifica le crescenti disuguaglianze sociali come un fattore potenzialmente destabilizzante. L’aumento del divario tra ricchi e poveri, sia all’interno delle nazioni che tra paesi diversi, sta creando tensioni sociali che potrebbero sfociare in conflitti e instabilità politica su larga scala.
Questi fattori, secondo Taibo, non operano in isolamento, ma si influenzano e si rafforzano a vicenda. Ad esempio, il cambiamento climatico può esacerbare la scarsità di risorse, che a sua volta può portare a crisi economiche e tensioni sociali. Questa interconnessione rende il sistema nel suo complesso estremamente vulnerabile a shock e perturbazioni.
L’analisi di Taibo serve a sottolineare l’urgenza di affrontare questi problemi in modo sistemico e integrato. L’autore sostiene che ignorare questi fattori o affrontarli in modo frammentario non farà che accelerare il processo di collasso. Invece, invita a una riconsiderazione radicale del nostro modello di sviluppo e del nostro rapporto con l’ambiente e le risorse del pianeta.
Uno dei sintomi di un prossimo collasso nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante, e che concedersi un po’ di vacanza sarebbe causa di chissà quali disastri. Se fossi medico prescriverei una vacanza a tutti quei pazienti che considerano importante il loro lavoro.
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