La dipendenza da droghe e le sue analogie con il potere
Non è difficile diventare un tossicodipendente. È un po’ come mangiare le patatine: una tira l’altra. Per di più, all’epoca, la roba non costava tanto come oggi, perché non c’era molta domanda. Erano solo due dollari al grammo. Non proprio a buon prezzo come andare a vedere un film a Broadway, ma lo spettacolo durava di più. Sembrava più economico dello psichiatra…Di per sé è una faccenda semplicissima, come uno che diventa alcolizzato. Cominciano a bere, niente di più. Gli piace, quindi bevono e poi diventano alcolizzati. Io sono entrato in contatto con l’eroina a New York, perché giravo con persone che ne facevano uso. L’ho provata; gli effetti erano piacevoli. Ho continuato a usarla e ho sviluppato una dipendenza. Se la si potrà ottenere facilmente, i tossici non si conteranno, se lo ricordi. L’idea che la dipendenza sia una sorta di malattia psicologica è semplicemente ridicola, secondo me. È psicologica quanto potrebbe esserlo la malaria. È un fatto di esposizione. La gente, in generale, sarà portata a prendere qualsiasi eccitante o narcotico che abbia degli effetti piacevoli e sia facilmente reperibile. In Iran, per esempio, fino a poco tempo fa l’oppio veniva venduto nei negozi, e avevano tre milioni di tossicodipendenti su una popolazione complessiva di venti milioni. Ci sono poi tutte le forme di dipendenza spirituale. Quel che si può ottenere chimicamente, si può ottenere anche in altri modi, se conosciamo a sufficienza le procedure necessarie. Molti poliziotti e agenti della narcotici sono letteralmente dipendenti dal potere, dall’esercizio di un tipo perverso di potere ai danni di persone inermi. Quel tipo perverso di potere, io lo chiamo «roba bianca»: l’essere nel giusto; loro sono sempre nel giusto, nel giusto, nel giusto, e se perdessero quel potere, avrebbero delle tremende crisi d’astinenza. Pensi all’immagine che ci siamo fatti dell’intera burocrazia russa, di gente che pensa solo al potere e ai vantaggi che se ne possono trarre: non c’è dubbio che sia una forma di dipendenza. Supponiamo che perdano questo potere. Be’, è tutta la loro vita. Dal momento che la gente assumerà sempre droghe di un tipo o di un altro, sarebbe saggio condurre un’indagine veramente obiettiva per determinare quali sostanze facciano meno male e a quali condizioni queste sostanze dovrebbero essere disponibili. Il problema della droga non è diverso da qualsiasi altro, non saremmo a questo punto se le cose fossero state gestite bene fin dal principio. Le notizie sulla droga sbattute in prima pagina suscitano interesse e curiosità: così più persone vorranno provare queste sostanze, avremo più consumatori, più allarmi, più leggi, e più ragazzi in galera. Qualsiasi serio tentativo di applicare davvero questo ammasso di leggi statali e federali implicherebbe un’invasione computerizzata della vita privata e ci trascinerebbe di colpo in un perfetto stato di polizia. Ricordate quel ragazzo in Arizona che aveva letto delle otto infermiere di Chicago ammazzate da un maniaco sessuale? Prima che gli sbirri lo inchiodassero, è riuscito a uccidere cinque donne. Qualsiasi storia esca sui giornali si replicherà come un virus: adesso, per esempio, vanno per la maggiore i dirottamenti aerei e le macchie di petrolio. Sono i giornali ad aver preparato la strada all’LSD: è nuovo, è eccitante e chiunque sia «qualcuno» negli ambienti letterari e artistici si è fatto un trip. È pericoloso e affascinante, perciò diventa obbligatorio per tutti i ragazzi che ne sentono parlare. Adesso, dopo aver ficcato una zolletta di zucchero in tutte quelle bocche aperte, la stampa strilla che si deve estirpare il male, e racconta di gente che salta giù dal sesto piano o fa a pezzi la suocera, chiedendo a gran voce nuove leggi e trasformando in criminali dei giovani altrimenti piuttosto innocui. Abbiamo un «problema droga», adesso.

Riepilogo
Crediti
 William S. Burroughs
 Interviste
  Traduzione di Silvia Albesano e B. Alessandro D'Onofrio
 SchieleArt •   • 



Citazioni correlate

  • Il potere intelligente si adatta alla psiche invece di disciplinarla e sottoporla a coercizioni e divieti. Non ci impone alcun silenzio. Al contrario: ci impone di condividere, partecipare, comunicare le nostre opinioni, bisogni, desideri e preferenze: cioè raccontare la nostra vita. Questo potere gentile è più potente del potere repressivo. Sfugge a ogni visibilità. L'attuale crisi della libertà consiste nel fatto che ci troviamo di fronte a una tecnica di potere che non nega né sottomette la libertà, ma piuttosto la sfrutta. Viene eliminata la libera decisione a favore della libera scelta tra diverse offerte.
     Byung-Chul Han    Psicopolitica

  • Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; noi vogliamo che gli uomini, affratellati da una solidarietà cosciente e voluta, cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il medesimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza.
    ... La libertà che vogliamo noi non è il diritto astratto di fare il proprio volere, ma il potere di farlo.
     Errico Malatesta    Il programma anarchico

  • Tutta la cultura in Occidente si riduce al modo di tenere la forchetta ed il coltello e… non esiste più alcuna regola interiore. La gente si è totalmente coinvolta in questa rivoluzione industriale e quindi ha perduto qualsiasi contatto con la realtà. La cultura di ogni Paese può sopravvivere soltanto sulla base della spiritualità… Soprattutto la gente non ha alcuna idea di cosa sia l'amore e cosa sia il potere onnipervadente.
     Shri Mataji Nirmala Devi  

  • La cultura è uno strumento attraverso il quale le classi dominanti mantengono il proprio potere
     Pierre Bourdieu    Il capitale simbolico

  • Se dei miseri avidi di trarre profitto personale si avventano sul bene pubblico, con tutte le intenzioni di doverne strappare il proprio tornaconto, non sarà possibile avere una Città ben governata, in quanto, essendo il potere oggetto di discordia, una guerra fratricida e intestina prima o poi manderà in rovina i contendenti, e con loro tutto il resto dello Stato.
     Platone    Repubblica

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