Egon Schiele - Totes maedchen
Sono molte le persone per le quali smettono di leggere un testo nel momento in cui sorgono difficoltà nella sua comprensione, per ricorrere a comuni strumenti di lavoro – dizionari, anche di filosofia e scienze sociali, etimologia, sinonimi, enciclopedie, ecc. – è una perdita di tempo. No. Al contrario, il tempo impiegato a consultare dizionari ed enciclopedie per delucidare ciò che stiamo leggendo è tempo di studio, non tempo sprecato. A volte le persone continuano a leggere sperando di cogliere magicamente, nella pagina successiva, il significato della parola, se ricompare.

Leggere un testo è qualcosa di più serio, che esige di più. Leggere un testo non è camminare in modo licenzioso e indolente sulle parole. Significa imparare come si verificano le relazioni tra le parole nella composizione del discorso. È il compito del soggetto critico, umile, determinato. Leggere, come studio, è un processo difficile, a volte anche doloroso, ma sempre altrettanto piacevole. Implica che il lettore entri nell’intimità del testo per coglierne il significato più profondo. Più facciamo questo esercizio in modo disciplinato, più ci prepariamo affinché le letture future siano meno difficili.

Leggere un testo richiede innanzitutto che chi lo fa sia convinto che le ideologie non sono morte. Per questo motivo ciò che permea il testo, o talvolta vi è nascosto, non è necessariamente quello di chi lo legge. Da qui la necessità che il lettore adotti una posizione aperta e critica, radicale e non settaria, senza la quale chiuderà il testo, vietandosi di apprenderne qualcosa, perché è possibile che difenda posizioni antagoniste alle sue. E, per ironia della sorte, a volte queste posizioni sono appena diverse.

In molti casi non abbiamo nemmeno letto l’autore: abbiamo letto di lui o di lei e accettiamo le critiche avanzate senza andare direttamente ai suoi testi. Li assumiamo come nostri.

Crediti
 Paolo Freire
 Pedagogia della speranza
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  • Allo spirito libero, al «devoto della conoscenza» - la pia fraus ripugna ancor più (è più contraria alla sua «devozione») che la impia fraus. Da ciò la sua profonda incomprensione verso la Chiesa, - che è la sua non libertà - poiché egli appartiene al tipo di «spirito libero».
     Friedrich Nietzsche  

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     Anonimo    Il libro tibetano dei morti

  • La comprensione è sempre mediata dalla tradizione e dal linguaggio
     Hans-Georg Gadamer    Verità e metodo

  • Tutti sono pronti all'oblio persino nelle condizioni più favorevoli, e in un posto come questo, quando in realtà tante cose scompaiono dal mondo fisico, puoi immaginare quante ne vengano continuamente dimenticate. Alla fine, il problema non è il fatto che la gente dimentica, ma che non sempre tutti dimenticano la stessa cosa. Quel che esiste ancora nella memoria di una persona può essere irreparabilmente perduto per un'altra e questo crea difficoltà, barriere insuperabili per la comprensione reciproca.
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