Azzurra luce, luce tanto azzurra!
In questo azzurro anche il morir non duole.
E che importa se ho l'aria d'un cinico
Dal cui sedere penzola un fanale!
Mio vecchio, bravo Pegaso spossato,
M'occorre forse il tuo morbido trotto?
Io son venuto come un maestro austero
A decantare e celebrare i sorci.
E, la mia testa, simile a un agosto,
S'effonde in vino di capelli ribelli.
E voglio essere una gialla vela
Per quel paese verso cui navighiamo. Confessione d'un teppista
Un uomo nero,
Nero, nero,
Un uomo nero siede sul mio letto,
Un uomo nero non mi fa dormire
Tutta la notte.
Un uomo nero
Muove un dito sul libro abominevole
E con voce nasale
Come un monaco sopra un defunto,
Mi legge la vita
D'un furfante ubriacone
Incutendo nell'anima angoscia e sgomento.
Un uomo nero,
Nero, nero!
È per capire tutto e impadronirsi di nulla
Che vengono al mondo i poeti.
E non desidero risultato migliore
Che affogare i ricordi nel grido della tempesta.
Perché solo nel disordine trovo la forza
Di vivere su questa terra.
Perché io non ho conservato me stesso
Per una vita tranquilla, per i sorrisi.
Così poche le strade percorse,
Così tanti gli errori commessi.
Ridicola vita, ridicolo disordine.
Così era prima, così sarà dopo.
Come un cimitero, è seminato il giardino
Di ossa rosicchiate di betulle.
Ecco così anche noi sfioriremo
Cesseremo di far rumore, come gli ospiti di un giardino…
Se d'inverno non ci sono fiori,
Non si deve essere tristi per loro. Provo tristezza quando ti guardo
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