Mi dicono di riprendere a vivere, di mescolarmi alla folla!… ma come può un ramo spezzato riprendere a dare frutti? Come può la foglia strappata dal vento e trascinata nella polvere rinverdire? E perché così giovane provo tanto disgusto? Cosa posso saperne? Forse era il mio destino vivere così, stanco prima ancora di aver portato il fardello, ansimante prima ancora di aver corso. Quanto ho sognato, allora. Ed ero soltanto un povero pazzo, senza un ideale, senza stabili opinioni. Seguivo il fluire dell’acqua fra le macchie d’alberi, le loro fronde vi si rispecchiavano, lasciandovi talvolta cadere un fiore; contemplavo a sera, dal mio letto, la luna lucente sul suo sfondo azzurro illuminare la stanza segnando strane forme sui muri; mi estasiavo per un giorno di sole o per un mattino di primavera, con la sua nebbia leggera tra gli alberi in fiore, le margherite appena sbocciate nei campi. Amavo – uno tra i ricordi più teneri e dolci – amavo anche scrutare verso il mare, le onde spumeggiare una sull’altra, il flutto frangersi, dilagar sulla rena, per poi ritirarsi ciangottando, fra ciottoli e conchiglie. Correvo sugli scogli, prendevo a piene mani la sabbia fine dell’oceano, e la lasciavo poi filtrare tra le dita, e disperdersi al vento, o ributtavo in acqua le alghe verdi e viscide, e a pieni polmoni aspiravo il sapore salmastro e fresco del mare, che penetra profondo, e colma l’anima di tanta forza, di pensieri vasti e poetici; scrutavo l’immensità, quegli spazi infiniti, e lo spirito si smarriva di fronte all’orizzonte senza limiti. Oh, ma non era l’orizzonte senza limiti, il gorgo smisurato… Un abisso più esteso e profondo s’apre dinanzi a me. Ed è un abisso che non ha tempeste, se ne avesse, sarebbe almeno pieno… Ma è vuoto…
La nausea di Jean-Paul Sartre:
In questo romanzo esistenzialista, Sartre esplora il senso di alienazione e l’angoscia di fronte all’assurdità della vita. Il protagonista, Roquentin, vive un’esperienza simile di disillusione e vuoto esistenziale, riflettendo su temi di impotenza e solitudine.
Il mito di Sisifo di Albert Camus:
Camus affronta il tema dell’assurdità della vita e dell’inutilità della ricerca di significato attraverso il mito di Sisifo. L’opera riflette sulla condizione umana e sull’inevitabilità della disillusione, fornendo una visione profonda sull’esistenza.
Il lupo della steppa di Hermann Hesse:
Questo romanzo descrive la crisi esistenziale di un uomo che si sente estraneo al mondo e in lotta con la propria identità. La narrazione esplora il conflitto interiore e la sensazione di vuoto, simile ai sentimenti espressi nel testo analizzato.
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