Condannato come sofista
E poiché così stavano le cose, Socrate (una figura decisamente singolare) divenne infine la vittima dell’indignazione popolare contro questi virtuosi dell’argomentazione e del discorso che erano i sofisti. Egli fu condannato appunto come sofista. Certo, sono tutte cose note. Ma per noi la figura di Socrate è un’altra, di nuovo una figura epocale, che indica una svolta. Qui forse si può ricordare quello che Cicerone disse, in seguito, di Socrate: Egli ha portato la filosofia giù dal cielo per farla abitare nelle strade di Atene. In altre parole, quelle discusse con i suoi concittadini, nei Ginnasi, nelle palestre, nelle riunioni politiche e nelle strade sono le questioni pratiche della vita, che egli ha portato con sé tra gli uomini. Socrate fu, per così dire, l’uomo scomodo che poteva fermare chiunque andasse per strada gonfio della propria boria, sottoponendogli questioni insidiose alle quali costui non sapeva rispondere. Pare che lo abbia fatto soprattutto con i grandi del suo tempo: lo fece con gli ammiragli e con gli strateghi, per sapere che cosa fosse il coraggio; lo fece con i giudici, per sapere che cosa fosse la giustizia; lo fece infine persino coi veggenti e gli indovini, per mostrare loro che di questioni divine, sacerdotali e religiose non sapevano proprio nulla.