Un bambino nasce e lo si arruola presto nella religione che prevale nello stato. Fu sempre così nel passato, e questo si pratica ancora nella maggioranza dei paesi. Laddove questa prima costrizione non è in uso, ve ne sono di altre. Appena il bambino cresce, l’obbligazione è per lui di frequentare la scuola di stato. Alla scuola gli s’insegna che il governo, l’autorità in generale, è la condizione assoluta della sua vita, e che lo stato dove egli è nato è il più perfetto del mondo, che esso sia governato dallo zar, dal sultano, da Chamberlain con la sua politica coloniale, o da un governo repubblicano protettore del trust e dell’imperialismo. Tale è la scuola primaria e obbligatoria, e tali sono tutte le scuole superiori frequentate dagli adulti dello stato russo, turco, inglese, francese o americano.
Non è solo la scuola che forma la gioventù. La letteratura, le riunioni pubbliche o private, i giornali, al soldo del governo o a quello dei ricchi che s’appoggiano sull’autorità o semplicemente cercano i favori dello stato, ovunque e in qualsiasi paese esso sia, il cittadino è sottomesso alla suggestione corruttiva del potere pubblico. Gli è inculcato che l’autorità in generale, e quella del suo paese in particolare, con tutti i suoi attributi – catene, prigioni, pendagli da forca, eserciti – è la condizione assoluta della sua esistenza. Egli è convinto che l’attività governativa sia rispettabile e degna di tutta la stima e l’onore, alla quale ciascuno deve considerarsi felice di partecipare e deve rendere ai suoi rappresentanti tutti gli omaggi
Condizione assoluta della sua esistenza
Crediti
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