Lo smart working, o lavoro agile, è un tema di grande attualità che Domenico De Masi affronta con profondità e lungimiranza nel libro Conversazioni sul futuro. Il sociologo italiano, che da anni si occupa delle trasformazioni del mondo del lavoro, analizza le potenzialità e le sfide di questa nuova modalità lavorativa, particolarmente rilevante nell’era digitale.
De Masi parte dalla constatazione che lo smart working rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’organizzazione del lavoro, resa possibile dall’avvento delle tecnologie digitali. Questa modalità di lavoro, caratterizzata dalla flessibilità spaziale e temporale, permette ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni da remoto, senza la necessità di essere fisicamente presenti in ufficio.
Tra le potenzialità dello smart working, De Masi evidenzia innanzitutto la possibilità di una migliore conciliazione tra vita lavorativa e vita privata. La flessibilità oraria e la riduzione dei tempi di spostamento possono tradursi in un aumento del tempo disponibile per la famiglia, gli interessi personali e il riposo, contribuendo a un miglioramento complessivo della qualità della vita.
Un altro aspetto positivo sottolineato da De Masi è l’aumento della produttività. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, numerosi studi dimostrano che i lavoratori in smart working tendono ad essere più produttivi, grazie alla riduzione delle interruzioni tipiche dell’ambiente d’ufficio e alla possibilità di organizzare il proprio lavoro in modo più efficiente.
De Masi evidenzia anche i potenziali benefici ambientali dello smart working. La riduzione degli spostamenti casa-lavoro si traduce in una diminuzione del traffico e delle emissioni di CO2, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico e al miglioramento della qualità dell’aria nelle città.
Tuttavia, il sociologo non ignora le sfide e i rischi associati allo smart working. Uno dei problemi principali è il rischio di isolamento sociale e professionale. La mancanza di interazioni faccia a faccia con colleghi e superiori può portare a una sensazione di disconnessione dall’ambiente lavorativo e a difficoltà nella collaborazione e nello scambio di idee.
Un altro aspetto critico evidenziato da De Masi è la potenziale invasione del lavoro nella sfera privata. Se non gestito correttamente, lo smart working può portare a una dilatazione degli orari di lavoro e a una difficoltà nel staccare mentalmente al termine della giornata lavorativa. Questo rischio è accentuato dalla continua connettività offerta dai dispositivi digitali.
De Masi affronta anche la questione delle disuguaglianze legate allo smart working. Non tutti i lavoratori hanno le stesse opportunità di lavorare da remoto, sia per la natura delle loro mansioni sia per la mancanza di spazi adeguati o di connessioni Internet affidabili a casa. Questo potrebbe accentuare le disparità sociali ed economiche già esistenti.
Nonostante queste sfide, De Masi rimane ottimista sulle potenzialità dello smart working. Propone soluzioni concrete per mitigarne i rischi, come la formazione specifica per manager e dipendenti sulla gestione del lavoro a distanza, la creazione di spazi di coworking diffusi sul territorio, e l’implementazione di politiche aziendali che garantiscano il diritto alla disconnessione.
De Masi vede nello smart working non solo una nuova modalità di organizzazione del lavoro, ma un vero e proprio cambio di paradigma culturale. Secondo il sociologo, questa trasformazione potrebbe portare a una società più equilibrata, in cui il lavoro si integra armoniosamente con le altre sfere della vita, contribuendo a un aumento complessivo del benessere individuale e collettivo.
Sinossi del libro 'Conversazioni sul futuro' tratto dalle conversazioni tra il professore e sociologo Domenico De Masi e l'amico e giornalista Giulio Gambino
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