Tempo libero e ozio creativoIl concetto di ozio creativo è uno dei contributi più originali e influenti di Domenico De Masi al pensiero sociologico contemporaneo. Nel libro Conversazioni sul futuro, il sociologo italiano approfondisce questa idea, collegandola strettamente alla nozione di tempo libero e alla sua crescente importanza nelle società post-industriali.

De Masi parte dalla constatazione che, grazie ai progressi tecnologici e all’aumento della produttività, le società avanzate hanno la possibilità di ridurre drasticamente il tempo dedicato al lavoro. Tuttavia, osserva criticamente come questa potenzialità non si sia ancora tradotta in un effettivo aumento del tempo libero per la maggioranza delle persone. Al contrario, in molti casi si assiste a una intensificazione dei ritmi di lavoro e a una colonizzazione del tempo libero da parte di attività legate alla produzione e al consumo.

In questo contesto, De Masi propone l’idea dell’ozio creativo come una nuova forma di utilizzo del tempo, che supera la tradizionale dicotomia tra lavoro e tempo libero. L’ozio creativo, secondo il sociologo, non è semplice inattività o svago passivo, ma un tempo dedicato alla crescita personale, alla creatività, alla riflessione e all’apprendimento.

De Masi sottolinea come l’ozio creativo possa essere una risposta alle sfide poste dall’automazione e dalla digitalizzazione del lavoro. In un futuro in cui molte attività lavorative tradizionali potrebbero essere svolte da macchine, la capacità di utilizzare creativamente il proprio tempo diventa una competenza fondamentale. L’ozio creativo, in questo senso, non è un lusso, ma una necessità per adattarsi a un mondo in rapido cambiamento.

Il sociologo esplora anche le implicazioni sociali e culturali di una valorizzazione dell’ozio creativo. Secondo De Masi, una società che riconosce l’importanza del tempo libero e della creatività potrebbe essere più felice, più innovativa e più sostenibile. L’ozio creativo potrebbe stimolare la partecipazione civica, il volontariato, la produzione culturale e artistica, contribuendo a un arricchimento complessivo della vita sociale.

De Masi non ignora le difficoltà legate a una transizione verso un modello sociale basato sull’ozio creativo. Affronta la questione dell’educazione, sottolineando la necessità di formare le persone non solo al lavoro, ma anche all’uso creativo del tempo libero. Discute anche le resistenze culturali, legate a una visione del lavoro come unica fonte di valore e identità.

Un aspetto interessante dell’analisi di De Masi è il legame che stabilisce tra ozio creativo e sostenibilità ambientale. Secondo il sociologo, una società che valorizza il tempo libero e la creatività potrebbe essere meno orientata al consumismo e più attenta alla qualità della vita e dell’ambiente.

De Masi vede nell’ozio creativo non solo un modo diverso di utilizzare il tempo, ma un vero e proprio paradigma culturale per le società post-industriali. Secondo il sociologo, promuovere l’ozio creativo significa ripensare radicalmente il rapporto tra lavoro, tempo libero e realizzazione personale, aprendo la strada a una società più equilibrata, creativa e sostenibile.

Crediti
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  Sinossi del libro 'Conversazioni sul futuro' tratto dalle conversazioni tra il professore e sociologo Domenico De Masi e l'amico e giornalista Giulio Gambino
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Quotes per Autori Vari

Solo l'uomo istruito — disse Mencio — è capace, senza un reddito permanente, di avere una mente perseverante. Il popolo, se non ha un reddito permanente, non ha una mente perseverante. Quando non ha una mente perseverante, non c'è nulla che eviti in fatto di rilassatezza, di dissolutezza, di depravazione e di licenza. Lasciarlo cadere in colpa per poi perseguirlo e punirlo, significa tendergli un tranello.  Testi confuciani

François De La Rochefoucauld, Bertold Brecht, Carl Gustav Jung  C'è gente che non si sarebbe mai innamorata se non avesse mai sentito parlare dell'amore.
Segavano i rami sui quali erano seduti e si scambiavano a gran voce la loro esperienza di come segare più in fretta, e precipitarono con uno schianto, e quelli che li videro scossero la testa segando e continuarono a segare.
Quando analizziamo la Persona le strappiamo la maschera e scopriamo che quello che sembrava individuale, alla base appartiene al collettivo.

Se si fosse indetto un referendum agli inizi del 900 per autorizzare un'invenzione che avrebbe portato (solo negli Usa) 50.000 morti l'anno, due milioni di feriti, 20.000 miliardi di danni economici, caos nelle città, decadenza dei centri urbani, distruzione dei trasporti pubblici, inquinamento, con conseguente morte di milioni di persone per cancro ai polmoni, infarto e trasformazione di milioni di ettari coltivati in un mare d'asfalto, avremmo tutti detto 'no'! E così, l'automobile non avrebbe visto l'alba.  Da un articolo della rivista 'Life'

La società borghese moderna... rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate. Sono decenni ormai che la storia dell'industria e del commercio è soltanto storia della rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio.  Karl Marx, Friedrich Engels

Gli uomini temono il pensiero più di qualsiasi cosa al mondo, più della rovina, più della morte stessa. Il pensiero è rivoluzionario e terribile. Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall'autorità, noncurante dell'approvata saggezza dell'età. Il pensiero può guardare nel fondo dell'abisso e non avere timore. Ma se il pensiero diventa proprietà di molti e non privilegio di pochi, dobbiamo finirla con la paura.


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Riferimenti