Coraggio di definire sé stesso
Presi dunque a vivere come un uomo che porta dentro di sé il malessere di una malattia incombente, ma non si decide mai ad andare dal medico; ossia cercando di non riflettere troppo né sul contegno di Emilia verso di me, né sul mio lavoro. Sapevo che un giorno avrei dovuto affrontare tale riflessione; ma appunto perché mi rendevo conto che essa era inevitabile, cercavo di ritardarla più che fosse possibile: quel poco che già avevo sospettato me la faceva evitare e anche, seppure in maniera inconsapevole, temere. Continuavo, così, ad avere con Emilia quei rapporti che a tutta prima, mi erano sembrati intollerabili e che, adesso, temendo il peggio, cercavo di persuadermi, senza riuscirci del tutto, che fossero normali: durante il giorno discorsi indifferenti, casuali, evasivi; la notte, ogni tanto, l’amore, con molto impaccio e non senza crudeltà da parte mia, senza alcuna vera partecipazione da parte di lei. Intanto continuavo a lavorare con diligenza e persino con accanimento, benché sempre più malvolentieri e con una ripugnanza sempre più decisa. Se avessi avuto il coraggio di definire a me stesso, fin da allora, la situazione in cui mi trovavo, avrei certamente rinunziato così al lavoro come all’amore, perché mi sarei convinto, come mi convinsi in seguito, che ogni vita si era ritirata da ambedue. Ma non avevo questo coraggio; e forse mi illudevo che il tempo si sarebbe incaricato di risolvere i miei problemi, senza alcuno sforzo da parte mia. Il tempo, infatti, li risolse, ma non nel senso che avrei desiderato. Così, tra Emilia che mi rifiutava se stessa e il lavoro al quale io mi rifiutavo, in un’aria sorda e oscura di attesa, i giorni passavano.

Crediti
 Alberto Moravia
 Il disprezzo
 SchieleArt •   • 




Quotes per Alberto Moravia

Moravia vede nella noia la fine, senza tormento si muore o ci si scanna  La noia

E a questo punto voglio dire che la guerra è una gran prova; e che gli uomini bisognerebbe vederli in guerra e non in pace; non quando ci sono le leggi e il rispetto degli altri e il timor di Dio; ma quando tutte queste cose non ci sono più e ciascuno agisce secondo la propria vera natura, senza freni e senza riguardi.  La Ciociara

Le amicizie non si scelgono per caso, ma secondo le passioni che ci dominano.

Il Natale mi fa pensare a quelle anfore romane che ogni tanto i pescatori tirano fuori dal mare con le loro reti, tutte ricoperte di conchiglie e di incrostazioni marine che le rendono irriconoscibili. Per ritrovarne la forma, bisogna togliere tutte le incrostazioni. Così il Natale. Per ritrovarne il significato autentico bisognerebbe liberarlo da tutte le incrostazioni consumistiche, festaiole, abitudinarie, cerimoniose, eccetera, eccetera. Poi si vedrebbe.

Attraverso la riflessione sulla morte possiamo riscoprire un nuovo senso di vita, più autentico e vicino alle nostre vere necessità.  Riflessi sulla vita