Le pratiche biopolitiche influenzano profondamente le dinamiche di inclusione e esclusione nella società contemporanea. La biopolitica
Suppongo che in ogni società la produzione del discorso è insieme controllata, selezionata, organizzata e redistribuita tramite un certo numero di procedure che hanno la funzione di scongiurarne i poteri e i pericoli, di padroneggiarne l'evento aleatorio, di schivarne la pesante, temibile materialità. In una società come la nostra si conoscono, naturalmente, le procedure d'esclusione. La più evidente, ed anche la più familiare, è quella dell'interdetto. Si sa bene che non si ha il diritto di dir tutto, che non si può parlare di tutto in qualsiasi circostanza, che chiunque, insomma, non può parlare di qualunque cosa. L'ordine del discorso
Voler evitare di pensare nei termini di bene e di male, significa voler evitare di pensare nei termini attuali di questo determinato bene, di quel determinato male. È impossibile non pensare in termini di bene e di male, di vero o di falso, tuttavia, si dovrebbe dire ad ogni istante: se però fosse il contrario, o se non fosse così, o se la linea passasse da un'altra parte…
Il controllo sociale è una pratica che si manifesta attraverso istituzioni e tecnologie, servendo a mantenere il potere in un contesto storico specifico. Sorvegliare e punire: Nascita della prigione
La borghesia non si interessa ai pazzi; la borghesia non si interessa alla sessualità del bambino, ma al sistema di potere che controlla la sessualità del bambino. La borghesia si prende gioco dei delinquenti, della loro punizione o del loro reinserimento, che non ha molto interesse. Per contro, l'insieme dei meccanismi con cui l'aggressore è controllato, seguito, punito, riformato, si libera, per la borghesia, un interesse che funziona all'interno del sistema economico-politico generale. Bisogna difendere la società
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