Cos'è il libero scambio?
Signori, non vi lasciate suggestionare dalla parola astratta di libertà. Libertà di chi? Non è la libertà di un singolo individuo di fronte a un altro individuo. È la libertà che ha il capitale di schiacciare il lavoratore.

Per riassumere: nello stato attuale della società, che cosa è dunque il libero scambio? È la libertà del capitale. Quando avrete lasciato cadere quei pochi ostacoli nazionali che raffrenano ancora la marcia del capitale, non avrete fatto che dare via libera alla sua attività. Finché lasciate sussistere il rapporto fra il lavoro salariato ed il capitale, lo scambio delle merci fra loro avrà un bel verificarsi nelle condizioni più favorevoli; vi sarà sempre una classe che sfrutterà e una classe che sarà sfruttata. Davvero è difficile comprendere la pretesa dei liberoscambisti, i quali immaginano che l’impiego più vantaggioso del capitale farà scomparire l’antagonismo fra i capitalisti industriali ed i lavoratori salariati. Al contrario, il risultato sarà che l’opposizione fra le due classi si delineerà più nettamente ancora.

Ammettete per un momento che non vi siano più leggi sui cereali, più dogane, più dazi, che insomma siano interamente scomparse tutte le circostanze accessorie, a cui l’operaio può ancora imputare la colpa della propria situazione miserevole, ed avrete strappato altrettanti veli che attualmente coprono ai suoi occhi il vero nemico.
Egli vedrà che il capitale divenuto libero non lo rende meno schiavo del capitale vessato dalle dogane.

Crediti
 Karl Marx
 Discorso sulla questione del libero scambio
 Pinterest • Giorgio de Chirico  • 




Quotes per Karl Marx

La proprietà privata ci ha fatti talmente ottusi e unilaterali che un oggetto è nostro solo quando lo abbiamo; quando, dunque, esiste per noi come capitale o è immediatamente posseduto, mangiato, bevuto, portato sul nostro corpo, abitato ecc., in breve utilizzato. Tutti i sensi, fisici e spirituali, sono stati sostituiti dalla semplice alienazione di tutti loro, dal senso dell'avere.

L'aumento dei prodotti e delle necessità finisce col produrre appetiti raffinati, innaturali e immaginari.

Una classe nella quale si concentrano gli interessi rivoluzionari della società, non appena si è sollevata, trova immediatamente nella sua stessa situazione il contenuto e il materiale della propria attività rivoluzionaria: abbattere i nemici, prendere misure imposte dalle necessità stesse della lotta. Le conseguenze delle sue proprie azioni la spingono avanti.  Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850

Poiché secondo Adam Smith, non è una società felice quella in cui la maggioranza soffre, e poiché lo stadio di massima ricchezza di una società conduce a questa sofferenza della maggioranza, ed è l'economia politica (e in genere, la società dell'interesse privato) che conduce a questo stadio di massima ricchezza, il risultato finale dell'economia politica è dunque l'infelicità della società.

Credo che nessuno abbia mai scritto di soldi avendone così pochi