– Cosa vuol dire addomesticare? disse il principe.
– È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare legami disse la Volpe.
– Creare dei legami?
– Certo disse la volpe, tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altra. Tu sarai per me unico al mondo, io sarò per te unica al mondo.
– Comincio a capire disse il piccolo principe.
– E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
– Per favore… addomesticami, disse.
– Che cosa bisogna fare? domandò il piccolo principe.
– Bisogna essere molto pazienti, rispose la volpe. In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino.
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