Un giorno – racconta [l’emiro Usāma] – il governatore franco di Munāitira, sul monte Libano, scrisse a mio zio Sultan, emiro di Shaizar, chiedendogli di mandare un medico per curare alcuni casi urgenti. Mio zio scelse un medico cristiano di nome Thabit. Questi, dopo nemmeno qualche giorno, ritornò a casa. Eravamo tutti molto curiosi di sapere come avesse potuto guarire così rapidamente dei malati e lo tempestammo di domande. Thabit rispose: «Mi presentarono un cavaliere che aveva un ascesso alla gamba, e una donna, afflitta da consunzione. Feci un empiastro al cavaliere e l’ascesso si aprì e migliorò. Alla donna prescrissi una dieta per rinfrescarle il temperamento». Quand’ecco arrivare un medico franco, che disse: «Costui non sa affatto curarli!», e rivolgendosi al cavaliere gli domandò: «Cosa preferisci, vivere con una gamba sola o morire con due gambe?». Avendo il paziente risposto che preferiva vivere con una sola gamba, ordinò: «Conducetemi un cavaliere gagliardo e un’ascia tagliente». «Vidi quindi arrivare il cavaliere e l’ascia. Il medico franco adagiò la gamba su un ceppo di legno e disse al cavaliere: Dagli un gran colpo di ascia, che la tronchi netto!. E quegli, sotto i miei occhi, la colpì con un primo fendente, e, non essendosi troncata, con un secondo. Il midollo della gamba schizzò via, e il paziente morì all’istante. Esaminata quindi la donna, il medico continuò: Costei ha un demonio nel capo che si è innamorato di lei. Tagliatele i capelli! Glieli tagliarono, ed essa tornò a mangiare cibi con l’aglio e la senape, onde la consunzione aumentò. Il diavolo è entrato nella sua testa sentenziò il medico, e preso il rasoio le aprì la testa a croce, facendo apparire l’osso del capo, che strofinò col sale. La donna morì all’istante. A questo punto chiesi: Avete ancora bisogno di me? Risposero di no, e io me ne venni via, dopo aver imparato sulla loro medicina molte cose che prima ignoravo».
Dagli un gran colpo di ascia
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