Ma il puro intelletto non ha mai prodotto nulla di intelligente e la pura ragione mai nulla di ragionevole.
L’intelletto, privo della bellezza dello spirito, è simile a un servizievole garzone che costruisce una staccionata con del rozzo legno così come gli è stato prescritto e inchioda l’uno all’altro i pali squadrati, per il giardino che il suo padrone vuole coltivare. Tutta l’attività dell’intelletto è opera di necessità. Esso ci difende dall’assurdo, dall’ingiustizia in quanto mette ordine; ma essere al riparo dall’assurdo e dall’ingiustizia non è proprio il gradino più alto della umana perfezione.
La ragione, priva della bellezza dello spirito e del cuore, è come un guardiano che il padrone di casa ha imposto ai servi; quegli sa altrettanto poco quanto i servi che cosa debba nascere da tutto quel lavoro interminabile e grida soltanto: sbrigatevi, e vede quasi mal volentieri che il lavoro avanzi perché, alla fine, non avrà più nulla da fare e il suo compito sarebbe inutile.
Dal puro intelletto non nasce filosofia alcuna, perché la filosofia è più semplice e limitata della conoscenza di ciò che è.
Dalla pura ragione non nasce filosofia alcuna perché la filosofia è più di quanto sia la cieca esigenza di un interminabile progresso nell’analisi e nella sintesi di una qualsiasi possibile materia.
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