Egli aveva esperimentata l’aderenza materiale con lo strato infimo della sua razza; e non altro era sorto in lui se non un senso d’invincibile orrore. Il suo essere non aveva radici in quel fondo; non poteva aver nulla di comune con quella moltitudine che — come la maggior parte delle specie animali — aveva raggiunto il suo tipo definitivo, aveva definitivamente incarnato nella sua carne bruta la moralità dè suoi costumi. Da quanti secoli, per quante generazioni erasi perpetuato quel tipo immutabile? La specie umana aveva dunque un fondo interamente inerte che permaneva sotto le ondulazioni delle zone mobili superiori. Il tipo ideale dell’umanità non era dunque nel lontano futuro, non era al termine ignoto di un periodo progressivo; ma poteva soltanto manifestarsi alla sommità delle onde, negli esseri più elevati. Ora egli s’accorgeva che, volendo ritrovare tutto sé e riconoscere la sua vera essenza nel contatto immediato con la razza da cui era uscito, errava come chi volesse ricercar le cause della forma, della dimensione, della direzione, della velocità, della forza di un’onda marina nella massa acquea sottostante. Lo scopo dell’esperimento era fallito. Egli era estraneo a quella moltitudine come a una tribù di oceanidi; egli era anche estraneo al suo paese, alla terra natale, alla patria, com’era estraneo alla sua famiglia, alla sua casa. Egli doveva rinunziare per sempre a quella vana ricerca del punto fisso, dell’appoggio stabile, del sostegno sicuro. «Il senso ch’io ho del mio essere è simile a quello che può avere un uomo il quale, condannato a restare su un piano di continuo ondeggiante e pericolante, senta di continuo mancargli l’appoggio, dovunque egli posi il piede.» Con questa immagine aveva egli rappresentato, una volta, la sua perpetua ansietà. Ma perché dunque, volendo conservare la vita, non diverrebbe egli, a forza di metodo, così valido e così agile da abituarsi a rimanere in equilibrio pur tra quelle diverse impulsioni e a danzare pur su l’orlo del precipizio liberamente e arditamente?
Danzare su l’orlo arditamente
Crediti
Quotes per Gabriele D’Annunzio
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