Capitalismo monopolistico
È la fase di sviluppo del capitalismo in cui alla «libera concorrenza» (Concorrenza) dei singoli capitalisti subentra la lotta di grandi monopoli per la conquista dei mercati e l’accaparramento delle materie prime.

L’analisi marxista del capitalismo monopolistico definisce questa fase come il risultato del rapidissimo processo di concentrazione della produzione in imprese sempre più ampie, che si è verificato, per limitarsi alle più grandi nazioni europee, a cominciare dagli ultimi 30 anni del secolo scorso, fino a diventare, dall’inizio del Novecento, l’elemento caratteristico di tutto il modo di produzione. Questo processo, accanto a quello ad esso collegato del progressivo dominio del capitale finanziario nei confronti delle altre forme storicamente assunte dal capitale, ha determinato la formazione dell’imperialismo moderno. Il capitalismo monopolistico si è sviluppato anche in seguito alle «crisi di sovrapproduzione» determinate dallo sviluppo irrazionale della produzione ed è stato interpretato come una risposta, un superamento definitivo di queste crisi. Effettivamente, secondo Lenin, «… le crisi di ogni specie, e principalmente quelle di natura economica – sebbene non queste sole – rafforzano grandemente la tendenza alla concentrazione e al monopolio», tuttavia «Che i cartelli eliminino le crisi è una leggenda degli economisti borghesi, desiderosi di giustificare ad ogni costo il capitalismo. Al contrario, il monopolio, sorto in alcuni rami d’industria, accresce e intensifica il caos, che è proprio dell’intera produzione capitalistica nella sua totalità. Si accresce ancor più la sproporzione tra lo sviluppo dell’agricoltura e quello dell’industria, che è una caratteristica generale del capitalismo» Lenin, Imperialismo fase suprema del capitalismo, Opere scelte, vol. unico, pp. 185-186.

Nel capitalismo monopolistico la concorrenza tra i grandi monopoli, che permane come caratteristica generale, assume da un lato un carattere sempre più internazionale e dall’altro investe in misura determinante e sempre più direttamente, attraverso la nuova funzione che le banche e gli organismi finanziari di Stato vengono ad assumere, l’intera società.

Il capitalismo monopolistico di Stato è infatti la partecipazione diretta dello Stato alla formazione e alla direzione dei monopoli che toglie definitivamente, secondo l’interpretazione marxista, anche quella parvenza di neutralità e di indifferenza dello Stato nei confronti della gestione dell’economia, che fu teorizzata dagli economisti «liberisti» nella prima fase del capitalismo.

Il capitalismo monopolistico, che è secondo Lenin «la natura economica dell’imperialismo», ha determinato l’estensione, a livello mondiale, delle contraddizioni del capitalismo, la dipendenza dal dominio del capitale finanziario di tutte le istituzioni economiche e politiche della moderna società borghese, e un generale acuirsi degli antagonismi di classe. Queste caratteristiche fanno del capitalismo monopolistico «il capitalismo morente», che crea le condizioni storiche generali per il suo superamento.


Crediti
 Autori Vari
 Dizionario enciclopedico marxista
  www.resistenze.org
  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
 SchieleArt •   • 



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