La caratteristica del dogmatismo è lo schematismo antidialettico (Dialettica), cioè la tendenza a cogliere tra gli elementi costitutivi della realtà unicamente quelli che immediatamente coincidono con le formule di cui si è in possesso e a cui non si intende rinunciare. L’incomprensione del carattere dinamico e problematico della realtà, del fatto che «ogni passo del movimento reale è più importante di una dozzina di programmi», porta al dottrinarismo e al formalismo nell’enunciazione teorica e, nell’azione pratica, al distacco dalla realtà, la quale viene intesa non per ciò che è, quanto piuttosto per ciò che si vorrebbe fosse, secondo i propri intendimenti. Il risultato è la sovrapposizione dei propri desideri alla realtà, la semplificazione dei processi e dei nessi reali, l’incapacità di operare – in ogni situazione concreta – un’analisi concreta e critica che ne colga le priorità e le specificità. Il dogmatismo conduce cioè all’impotenza e all’immobilismo verso una situazione che non si riesce a comprendere o, peggio, al tentativo artificioso di far rientrare nei propri schemi astratti una realtà infinitamente più ricca e quindi al fallimento pratico, alla sconfitta.
Se di ogni pensiero è possibile una riduzione dogmatica, in particolare il disconoscimento del carattere critico e dinamico del marxismo ha rappresentato uno dei pericoli più gravi e ricorrenti nell’esperienza storica dei comunisti. Marx e Lenin, nel corso delle battaglie teoriche e politiche da essi condotte, misero ripetutamente in rilievo il carattere antidogmatico del marxismo.
In particolare il metodo dogmatico, che sostituisce all’interpretazione e alla costruzione storica la semplice descrizione esteriore dei fatti sulla base di pochi principi ritenuti assoluti, porta a una concezione statica e libresca del marxismo e all’incapacità di legare la sua teoria generale alla pratica rivoluzionaria comunista, nelle diverse situazioni particolari e originali in cui la lotta di classe si può sviluppare.
«Noi non consideriamo affatto la teoria di Marx come qualcosa di definitivo e di intangibile; siamo convinti, al contrario, che essa ha posto soltanto le pietre angolari della scienza che i socialisti devono far progredire in tutte le direzioni, se non vogliono lasciarsi distanziare dalla vita» Lenin, Il nostro programma, in Marx-Engels-Marxismo, pp. 100-101.
I veri sentimenti penetrano attraverso gli ostacoli e non esistono metalli né pietre né acqua o fuoco che possano fermare la forza del cuore. Nulla può superare quello che è unito dall'emozione, dal dovere e dalla ragione.
La cooperazione tra utenti è una risposta necessaria alle sfide della sorveglianza digitale. Cooperazione e Conflitto nell'Era Digitale
[...] quando un archetipo viene attivato nell'inconscio del soggetto che lo esperisce, si produce uno stato di forte tensione emotiva. In tal momenti psiche e materia appaiono non più realtà separate, bensì coordinate a una sola situazione simbolica piena di senso. È come se il mondo psichico e quello fisico fossero facce d'una identica realtà. Jung denominò questa realtà unitaria, unus mundus. Psiche e materia
Canone Buddista Vi è, o discepoli, una sede che non è né terra, né acqua, né luce, né aria, né infinità dello spazio, né infinità della mente. Non ha la qualità di una qualsiasi cosa, è al di là del rappresentare e dal non rappresentare, non è questo né l'altro mondo... né un andare né un venire né un sostare: non nascita, non morte. Privo di base, privo di sviluppo, privo di sosta: è la fine del dolore.
Nella vita non si può evitare il cambiamento, non si possono evitare le perdite. La libertà e la felicità risiedono nella flessibilità e nella facilità con le quali ci muoviamo attraverso il cambiamento.
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