
Secondo la concezione materialistica della storia (Materialismo storico), i rapporti capitalistici di produzione condizionano profondamente le istituzioni e in modo particolare la famiglia. La critica condotta dal marxismo al modo di produzione capitalistico coinvolge direttamente la famiglia, così come essa si presenta nella società borghese: «La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società moderna è una massa composta nella sua struttura molecolare da un complesso di famiglie singole. Al giorno d’oggi l’uomo, nella grande maggioranza dei casi, deve essere colui che guadagna, che alimenta la famiglia, per lo meno nelle classi abbienti; il che gli dà una posizione di comando che non ha bisogno di alcun privilegio giuridico straordinario. Nella famiglia egli è il borghese, la donna rappresenta il proletario» Engels, L’origine della famiglia della proprietà privata e dello Stato, p. 101.
Tuttavia se la critica della famiglia borghese è l’aspetto più conosciuto dell’analisi marxista della famiglia, esso non può essere compreso se non viene inserito nel quadro più generale dello studio, condotto dai fondatori del materialismo storico, e in particolare da Engels, sui rapporti che intercorrono, all’interno delle diverse epoche storiche, tra modo di produzione e istituzioni sociali. In particolare la famiglia deve essere considerata, nel suo sviluppo storico, da un lato come il risultato di una delle prime e più semplici divisioni naturali del lavoro tra uomo e donna all’interno delle società primitive, e dall’altro come uno stimolo a un ulteriore sviluppo della produttività del lavoro.
Lo sviluppo della proprietà privata e dello scambio hanno fatto sì che la famiglia, da semplice rapporto di riproduzione dell’umanità, divenisse sempre più un rapporto sociale, in cui uomo e donna intervengono solo in quanto partecipano, in diversa misura, alla produzione di mezzi di sussistenza. La famiglia è sorta, dunque, in stretto rapporto con il processo di divisione in classi della società e ha risentito, nel corso della storia, dell’approfondirsi e dell’estendersi della divisione del lavoro. Il modo di produzione capitalistico ha portato alle estreme conseguenze la frattura tra ciò che è «naturale», cioè il rapporto tra uomo e donna, e ciò che sono uomo e donna in quanto inseriti nei rapporti di produzione capitalistici, innescando quello che Marx chiama il processo di dissoluzione della famiglia borghese.
La crisi della famiglia borghese, nei suoi diversi aspetti, da quello morale (Etica) a quelli più strettamente connessi con le contraddizioni sociali e con le condizioni di vita dei lavoratori, si inserisce secondo il marxismo nel più generale processo di disgregazione dei rapporti umani (Alienazione), che è caratteristico della società borghese. Nell’ analizzare i fenomeni collegati con la nascita della grande industria, che comportò l’inserimento, spesso coatto, delle donne e dei bambini nel processo produttivo, Marx afferma: «… per quanto terribile e repellente appaia la dissoluzione della vecchia famiglia entro il sistema capitalistico, cionondimeno la grande industria crea il nuovo fondamento economico per una forma superiore della famiglia e del rapporto fra i due sessi, con la parte decisiva che essa assegna alle donne, agli adolescenti e ai bambini d’ambo i sessi nei processi di produzione socialmente organizzati al di là della sfera domestica… È altrettanto evidente che la composizione del personale operaio combinato con individui d’ambo i sessi e delle età più differenti, benché nella sua forma spontanea e brutale cioè capitalistica, dove l’operaio esiste in funzione del processo di produzione e non il processo di produzione per l’operaio, che è pestifera fonte di corruzione e schiavitù, non potrà viceversa non rovesciarsi, in circostanze corrispondenti, in fonte di sviluppo di qualità umane» Il Capitale, libro I, pp. 536-537.
Infatti la critica delle istituzioni sociali borghesi, e in particolare della famiglia, nel marxismo non è fine a se stessa, ma si pone nella prospettiva di un superamento delle condizioni materiali che fanno della famiglia borghese un’istituzione oppressiva, in cui si riproducono, in forma mistificata, i rapporti capitalistici di produzione. La nuova funzione sociale svolta dalla donna nel capitalismo ha inoltre posto le premesse per il sorgere di un movimento di liberazione (Questione femminile), che affronta non soltanto i problemi generati dalla posizione occupata dalla donna nell’organizzazione capitalistica della produzione, ma anche i problemi creati dalla famiglia e in generale dal rapporto uomo-donna.
Dizionario enciclopedico marxista
www.resistenze.org
a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
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