Neocapitalismo
L’estensione e l’approfondimento delle contraddizioni caratteristiche del capitalismo monopolistico contemporaneo, e in particolare la forma mistificata in cui appaiono i rapporti di produzione nella fase suprema del capitalismo, hanno portato alcuni a ritenere che si dovesse parlare di un neocapitalismo come nuova fase storica della società contemporanea. Il neocapitalismo, che viene talvolta definito «società dei consumi», sarebbe qualitativamente diverso da quello studiato da Marx e da Lenin, che oggi viene anche chiamato «paleocapitalismo».

Secondo la concezione marxista, tuttavia, il capitalismo monopolistico contemporaneo si dibatte precisamente nella stessa contraddizione tra carattere sociale della produzione e proprietà privata dei mezzi di produzione, che fu individuata da Marx come la contraddizione fondamentale del capitalismo. Le particolari forme assunte da questa contraddizione, così come i tentativi di soluzione delle grandi crisi attraversate negli ultimi cinquant’anni dal capitalismo, non hanno modificato la natura dei rapporti di produzione. Da questo punto di vista resta tuttora valida l’analisi leniniana secondo cui tra capitalismo monopolistico e socialismo non esiste alcun modo di produzione intermedio.

Le interpretazioni che sostengono la necessità di individuare nella società contemporanea un neocapitalismo fanno principalmente riferimento all’importanza che ha assunto l’intervento dello Stato nella direzione della vita economica. In particolare, tra i diversi modi in cui lo Stato direttamente o indirettamente può influenzare lo sviluppo economico in una società altamente industrializzata, assume particolare importanza la cosiddetta programmazione economica, il cui scopo sarebbe di coordinare l’insieme dei piani di investimento messi a punto dalle singole imprese, stabilendo a quali dare la priorità per ottenere profitti maggiori o creare le condizioni nelle quali essi potranno essere ottenuti.

È necessario distinguere la programmazione economica che si realizza nelle società capitalistiche dalla pianificazione vera e propria che è caratteristica dei paesi socialisti. Infatti la programmazione dell’economia capitalistica è sostanzialmente inefficace contro il verificarsi di gravi crisi; inoltre, proprio nei periodi di crisi economica risulta evidente il fatto che essa è uno strumento di classe, corrispondente alle esigenze dei grandi gruppi monopolistici. Un altro fenomeno caratteristico di quello che viene chiamato neocapitalismo è l’aumento numerico del personale impiegato nel lavoro specializzato o non direttamente utilizzato nel lavoro manuale.

Gli sviluppi più recenti del capitalismo indubbiamente hanno posto e pongono al movimento operaio problemi nuovi e diversi da quelli del periodo analizzato direttamente da Marx. In particolare alcuni teorici della fine del marxismo ritengono che il grande sviluppo della scienza, della tecnica e delle sue applicazioni, costituisca il fattore principale di superamento del cosiddetto paleocapitalismo. In questa interpretazione la valutazione dell’importanza fondamentale che la scienza e la tecnica assumono nella società contemporanea, diventa essa stessa il presupposto ideologico per la mistificazione in veste produttivistica delle contraddizioni e delle limitazioni a cui la scienza stessa è soggetta, in quanto forza produttiva, nei rapporti sociali capitalistici. Inoltre restano inspiegabili, per i sostenitori di queste tesi, l’approfondirsi degli antagonismi sociali e l’importanza crescente che il movimento operaio assume nella società contemporanea come punto di riferimento politico e ideologico di quegli stessi strati sociali non direttamente impegnati nel lavoro manuale in senso stretto.

Crediti
 Autori Vari
 Dizionario enciclopedico marxista
  www.resistenze.org
  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
 SchieleArt •   • 



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