Parlamentarismo
Tendenza a entrare a far parte delle istituzioni borghesi, rinunciando alla mobilitazione delle masse contro l’organizzazione statale capitalistica. La polemica marxista contro il parlamentarismo, pur avendo avuto origine nel 1878, anno del clamoroso successo elettorale del Partito Socialdemocratico Tedesco, ha trovato una formulazione adeguata a tutto il periodo dell’imperialismo nella concezione di Lenin.

Dovendo far fronte alle elezioni della Duma (organismo rappresentativo del governo zarista) Lenin non rinunciò «per principio» a un’eventuale partecipazione del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, ma condannò coloro che, per far parte di questo parlamento, rinunciarono a svolgere l’attività rivoluzionaria tra le masse.

Precedentemente il V Congresso della Seconda Internazionale (1900) aveva approvato, sia pure «come un mezzo momentaneo e straordinario nella lotta contro le circostanze difficili» la partecipazione a governi anche reazionari di parlamentari socialdemocratici (Millerand: governo Waldeck-Rousseau). A tale risoluzione fecero riferimento successivamente tutti coloro che teorizzavano forme di parlamentarismo (Turati).

Crediti
 Autori Vari
 Dizionario enciclopedico marxista
  www.resistenze.org
  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
 Pinterest • Anna di Prospero  • 




Quotes per Autori Vari

Le ricchezze di oggi non sono ricchezze umane; sono ricchezze per il capitalismo, che corrispondono all'esigenza di vendere e stupire. I prodotti che fabbrichiamo, distribuiamo e amministriamo sono l'espressione materiale della nostra alienazione.

Nella vita non si può evitare il cambiamento, non si possono evitare le perdite. La libertà e la felicità risiedono nella flessibilità e nella facilità con le quali ci muoviamo attraverso il cambiamento.

L'immagine, inizia in qualche modo a comunicare, che si ha che fare con il fascino. Uno stato di incoscienza. Una sorta di trance. Sono interessato al modo in cui le immagini creano trance, come entrando ci si lascia sedurre in loro. E dove uno è preso se si segue.

Canone Buddista  Vi è, o discepoli, una sede che non è né terra, né acqua, né luce, né aria, né infinità dello spazio, né infinità della mente. Non ha la qualità di una qualsiasi cosa, è al di là del rappresentare e dal non rappresentare, non è questo né l'altro mondo... né un andare né un venire né un sostare: non nascita, non morte. Privo di base, privo di sviluppo, privo di sosta: è la fine del dolore.

Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali come quella del nativo su questo continente: come un fastidio. Non c'è alcun termine nella nostra lingua con il significato di fastidio.


Riferimenti