Doppio autoritratto
Per religione si intende l’insieme di dottrine e di riti che l’uomo pone tra sé stesso e tutto ciò che egli reputa sacro, divino, o che comunque è oggetto della sua devozione.

Secondo il marxismo i fenomeni religiosi sono in relazione con le contraddizioni sociali; in particolare la religione è nata come una rappresentazione primitiva e distorta nella mente degli uomini del loro rapporto con la natura. Dal punto di vista storico, le religioni si sono sviluppate nelle comunità primitive come un processo di progressiva attribuzione di caratteri sovrumani ai fenomeni naturali. La tendenza a idealizzare qualità umane, ritenendole provenienti da divinità, e più ingenerale a credere nell’esistenza di qualità sovrannaturali, si manifestò nelle società antiche in seguito all’impossibilità di una conoscenza, sia pure approssimativa, delle leggi naturali.

«In modo del tutto analogo, attraverso la personificazione delle forze della natura, nacquero i primi dèi, i quali, nel successivo sviluppo della religione, vennero assumendo una figura sempre più extraterrena, sino a che, per un processo di astrazione, e vorrei quasi dire di distillazione, compiutosi nel corso dell’evoluzione intellettuale, dagli dèi numerosi, più o meno limitati e limitantisi a vicenda, sorse nella mente degli uomini l’idea del dio unico, esclusivo, delle religioni monoteiste» Engels, Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, p. 31.

L’analisi marxista della storia ha messo in luce il legame sempre più stretto stabilitosi tra i fenomeni religiosi e gli interessi delle classi dominanti nelle varie epoche storiche e la strumentalizzazione del sentimento «spontaneamente» religioso dovuto alla ristrettezza delle conoscenze umane da parte dei detentori del potere, che «lo impiegano unicamente come mezzo di governo, per mantenere sotto il giogo le classi inferiori».

La stessa religione cristiana, nata con forti con notazioni egualitarie e critica verso le condizioni di sfruttamento del tempo, e che agli inizi venne duramente repressa dalle classi dominanti della società romana, divenne in seguito «religione di Stato». Si verificò cioè un adattamento del contenuto alle condizioni di sfruttamento e la religione venne istituzionalizzata in una Chiesa che svolse oggettivamente una funzione di coercizione e di organizzazione del consenso dei «fedeli».

La chiesa cattolica, soprattutto nel Medioevo, ha esercitato anche una funzione di dominio politico e culturale e il suo legame con lo Stato ha fatto sì che la scienza e ogni attività intellettuale che si opponessero in qualunque forma ai dogmi della religione fossero duramente repressi.

Nella società capitalistica, secondo il marxismo, la religione permane come fenomeno di massa nella sua forma di alienazione, può essere intesa come una particolare forma dell’alienazione in genere e può essere criticata comprendendo la reale natura delle contraddizioni che sono proprie di questa società e che spingono l’uomo a ricercare nella religione la speranza di una vita migliore.

La critica marxista della religione da un lato si svolge da un punto di vista teorico, mostrando che una conoscenza sempre più esatta della società e lo sviluppo delle scienze contraddicono le affermazioni delle dottrine religiose; dall’altro afferma che la religione è un’ideologia e che la sua funzione storica è quella di impedire lo sviluppo della coscienza rivoluzionaria delle classi oppresse.


Crediti
 Autori Vari
 Dizionario enciclopedico marxista
  www.resistenze.org
  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
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