Questo termine indica tanto la nota corrente di pensiero che nel Rinascimento cambiò radicalmente l’ideologia medievale della persona umana, quanto, per estensione, ogni filosofia che consideri direttamente l’uomo come oggetto centrale della propria ricerca (Antropologia). Da qui l’interpretazione del marxismo come forma contemporanea di umanesimo sviluppata da non pochi marxisti. A parte le differenze specifiche riscontrabili al suo interno questa interpretazione si può riassumere nei due punti seguenti:
– il marxismo è in sostanza una nuova concezione della persona umana che si basa su premesse scientifiche e materialistiche; la critica dell’economia politica mette in luce i modi di dipendenza dell’uomo dalla formazione economico-sociale di cui è pane e che pure egli stesso ha creato e continua a far vivere; nel contempo svela i meccanismi attraverso i quali le formazioni cambiano e si dissolvono;
– il comunismo è la realizzazione più compiuta dell’umanesimo: perciò questo comprende come momento essenziale la lotta, la pratica necessaria alla sua affermazione; è, per usare le parole del filosofo polacco Adam Schaff, «umanesimo militante».
Da quanto detto si comprende che l’umanesimo marxista non intende certo porsi come generica filosofia dell’uomo né come forma di interesse per l’uomo in astratto: qui il lamento sulla sua condizione si arresta sempre prima di arrivare alle cause. Né d’altra parte può essere confuso con quelle tendenze vaghe, quando non apertamente ostili a ogni ipotesi di potere reale da parte del proletariato, che possono essere assimilate alla formula del «socialismo dal volto umano».
Detto questo, e riconosciuto all’umanesimo marxista il merito di aver denunciato certe forme di marxismo troppo inclini a chiudersi in un rigore scientifico separato dalla considerazione delle condizioni umane, è tuttavia necessario chiedersi se e quale senso reale abbia parlare di umanesimo marxista oltre i limiti di una certa genericità. Che Marx e Engels non abbiano mai avuto in mente di elaborare una teoria scientifica per il puro e semplice amore della scienza è un dato di fatto che emerge da tutte e da ciascuna delle loro opere (Etica); da qui a registrare come specifico umanesimo questa caratteristica del marxismo vi è una notevole differenza che molti marxisti trovano, in sostanza, riduttiva.
Dizionario enciclopedico marxista
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a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino
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Manoscritti economico-filosofici del 1844 di Karl Marx
Questi scritti giovanili rappresentano una fonte primaria per le interpretazioni umanistiche del marxismo. Marx vi sviluppa la sua critica all’economia politica classica e introduce il concetto chiave di alienazione (Entfremdung) sotto il capitalismo, descrivendo come il lavoro, essenza dell’uomo, venga estraniato dal produttore. Analizza l’alienazione religiosa, politica ed economica, ponendo le basi per una concezione dell’uomo che può realizzarsi solo superando i rapporti di produzione capitalistici attraverso la prassi rivoluzionaria verso il comunismo, inteso come recupero dell’essenza umana.
Per Marx di Louis Althusser
Questo saggio influente segna una netta rottura con le interpretazioni umanistiche del marxismo. Althusser sostiene l’esistenza di una cesura epistemologica tra il giovane Marx (influenzato dall’idealismo e dall’umanesimo) e il Marx maturo de Il Capitale, considerato autenticamente scientifico. Critica l’umanesimo teorico come un’ideologia borghese estranea al materialismo storico, che analizza le strutture e i rapporti sociali anziché concentrarsi su un’astratta essenza umana. Il libro è fondamentale per comprendere il dibattito interno al marxismo sul rapporto tra scienza, ideologia e umanesimo.
Storia e coscienza di classe di György Lukács
Opera fondamentale del marxismo occidentale, pubblicata nel 1923. Lukács sviluppa concetti come reificazione e coscienza di classe, analizzando come le strutture del capitalismo mercifichino i rapporti umani e la coscienza stessa. Sottolinea il ruolo del proletariato come soggetto/oggetto della storia, la cui coscienza di classe è cruciale per comprendere e superare la totalità capitalistica. Pur non essendo strettamente un’opera sull’umanesimo, la sua enfasi sulla disalienazione, sulla totalità sociale e sul ruolo della coscienza soggettiva nella trasformazione rivoluzionaria ha fortemente influenzato le letture umanistiche successive.
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