Devo soffrire dell’altro?
Ancora oggi mi chiedo perché quei tedeschi non mi aspettarono alla villa mandando qualcuno a cercarmi a Torino. Devo a questo se sono ancora libero, se sono quassù. Perché la salvezza sia toccata a me e non a Gallo, non a Tono, non a Cate, non so. Forse perché devo soffrire dell’altro? Perché sono il più inutile e non merito nulla, nemmeno un castigo? L’esperienza del pericolo rende vigliacchi ogni giorno di più. Rende sciocchi, e sono al punto che essere vivo per caso, quando tanti migliori di me sono morti, non mi soddisfa e non mi basta. A volte, dopo aver ascoltato l’inutile radio, guardando dal vetro le vigne deserte penso che vivere per caso non è vivere. E mi chiedo se sono davvero scampato.

Crediti
 Cesare Pavese
 Pinterest • Moritz Aust  • 




Quotes per Cesare Pavese

Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve
del giorno affollato e diverso.
O luce, chiarezza lontana, respiro affannoso,
rivolgi gli occhi immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

Di questa parola so tutto il peso
- l'orrore e la meraviglia -
eppure te la dico, quasi con tranquillità.
L'ho usata così poco nella mia vita,
e così male, che è come nuova per me.

Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.

Nessuna donna farebbe un matrimonio d'interesse: prima di sposare un miliardario, se ne innamora!

Stasera, per un attimo,
sul palcoscenico aperto
hai danzato per me.

Tra le povere scene di carta,
sotto le luci false,
nel frastuono di note e nel respiro
della folla piegata,
s'è fatta per un attimo
una pausa altissima,
un brivido di estatica purezza,
e hai sfiorato i tappeti
in un cielo d'aurora.

Sei stata per me, un attimo,
la raffica di musica
che da una porta schiusa
si riversa in un turbine
nella strada notturna.

Per un attimo solo,
in una luce splendida,
poi sei tornata nuda.