L'importanza dell'essere per la felicitàNoi abbiamo già conosciuto in modo generale che ciò che si è contribuisce alla nostra felicità più di ciò che si ha o di ciò che si rappresenta. La cosa principale è sempre ciò che un uomo è, in conseguenza ciò che possiede in lui stesso, perocché la sua individualità l’accompagna dappertutto e dovunque, e colora di sua tinta tutti gli avvenimenti della vita.
In ogni cosa, ed in ogni occasione quello che a bella prima gli fa impressione è lui stesso.
Questo è già vero per i piaceri materiali, e, a più forte ragione, per quelli dell’anima. Così l’espressione inglese: To enjoy one’s self è molto ben trovata; non si dice mica in inglese: Parigi gli piace, si dice invece: egli si piace a Parigi He enjoys himself at Paris.


Riepilogo
Crediti
 Arthur Schopenhauer
 Aforismi sulla saggezza nella vita
  Traduzione Oscar D. Chilesotti
  Di ciò che si è
 SchieleArt •   • 



Citazioni correlate

  • C'è un'ape che se posa
    su un bottone de rosa:
    lo succhia e se ne va…
    Tutto sommato, la felicità
    è una piccola cosa.
     Trilussa  

  • Così facciamo noi: quando qualcosa non va per il verso giusto ci allontaniamo da tutti quelli che amiamo di più e smettiamo di fare tutto quello che ci fa stare bene, perché se qualcosa va male deve iniziare ad andarci anche tutto il resto. Si ragiona in grande, da queste parti: o la felicità o l'autodistruzione.
     Susanna Casciani  

  • L'amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia.
     Alda Merini  

  • C'è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e che ho scoperto molto tardi: una buona quantità delle tue possibilità di stare sul pianeta Terra con felicità te la giochi sulla capacità che hai di lasciar andare le cose.
    Dalle più semplici: hai perso gli occhiali? Lasciali andare. Non ci vedi un cazzo? Lascia andare. Hai perso un amico? Lascialo andare. Hai vissuto un momento di felicità bellissimo con un amico? Il pensiero è sempre rivediamoci e invece, lascialo andare.
     Alessandro Baricco  

  • Tacere non significa che io non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione. Il silenzio non è vuoto, ma è pieno di risposte. È solo quando riesci a tacere, evitando discussioni inutili, che mostri la tua intelligenza e la tua saggezza. Questa è quel genere di filosofia che non è nata per essere insegnata, ma per essere praticata.
     Luciano de Crescenzo  

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