È dal 1934 che lavoro nel cinema. Da troppo tempo perché non sia viziato. Sono un regista accentratore, che sceglie i soggetti, li scrive, cura la sceneggiatura, sceglie gli attori, ecc.
Quando pensavo di avere qualcosa da dire sulla mia generazione, su me stesso e i miei tempi, ho scritto dei testi originali. Adesso con la vecchiaia, faccio film tratti da romanzi.
Tutti i miei film sono percorsi da un sentimento di sconfitta, sono tutti film comici che finiscono con un fallimento dei protagonisti.
Mi sono sempre accostato al mondo degli emarginati con intendimenti che definirei alla Dickens.
Dietro la cinepresa: confessioni di un regista
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