[…] l’antiumanesimo è un fatto caratteristico di certe filosofie contemporanee che a prima vista sono agli antipodi di quella che Severino difende.
Sono infatti le filosofie che negano l’Essere e affermano l’apparenza nel suo disordine, nella sua accidentalità, nei giochi arbitrari di cui l’uomo stesso è il risultato casuale. Insistendo sulla differenza tra l’apparenza e l’Essere, queste filosofie attribuiscono all’apparenza, che per esse è la sola «realtà» (se così può chiamarsi) di cui si possa parlare, i caratteri opposti a quelli dell’Essere parmenideo. Severino invece insiste su questi caratteri e nega gli altri. Ma anche egli riduce l’uomo al dominio dell’apparenza e lo vede in esso risolto. «Nel linguaggio dell’Occidente» egli dice, «l’uomo, io, tu, gruppo, popolo, classe sociale, sono parole che esprimono le forme assunte dalla persuasione che isola la Terra, ossia le forme dell’alienazione della verità». In altri termini sono «forme dell’errore». E così l’uomo e il suo mondo sembrano liquidati. Ma l’errore di cui si è detto non può essere commesso che dal Destino e così si può scorgere nell’uomo «l’apparire del Destino» cioè la dimensione nella quale solo è possibile «l’accadimento del mortale» con tutto ciò che esso implica.
Articoli simili
Severino tra volpi e ricci di Berlin
17/01/2025Il testo colloca Emanuele Severino tra i pensatori *ricci* di Berlin, focalizzati su un’unica *grande cosa*: l’eternità. In contrasto con la *scolastica della filosofia* e la *post-filosofia*, Severino si misura con i temi fondanti del pensiero occidentale.
Il fascino del nulla
05/07/2014Una lezione di umiltà scaturisce dalla filosofia di Severino, comunque si voglia giudicarne i suoi presupposti parmenidei: umiltà che, se fa dell’uomo più uno spettatore che un attore, gli è tuttavia indispensabile come conoscenza della propria misura. E il secondo insegnamento che può derivare da questa filosofia è il rispetto per il mondo e per le cose del mondo che, se sono realtà autentiche, non possono essere dall’opera umana ridotti al niente.
Fenomenologi di Friburgo
11/10/2012Posso affermare che il nome di Emanuele Severino era costantemente presente nella mente di Martin Heidegger quando negli anni ’60 fui l’assistente di Eugen Fink prima e di Martin Heidegger poi. . Fra i fenomenologi di Friburgo le opere ‘Heidegger e la metafisicà e ‘Ritorno a Parmenidè erano ben note e Heidegger era molto impressionato…
Ancora nessun commento