Dio, come lo intendeva Eraclito – come il logos, presente in tutti gli uomini, come la facoltà conoscitiva suprema che ci permette di cogliere le cose nella loro oggettività – è anarchico.
L’Anarchia è perfezione e come tale è irraggiungibile, irrealizzabile, inapplicabile.Partiamo da un semplice concetto: lo Stato – che sia re, presidente, dittatore, parlamento, magistratura; che sia uno, che sia cento – non potrà mai soddisfare a pieno le esigenze dei suoi cittadini, non potrà mai agire nella piena giustizia del diritto naturale, non potrà mai evitare di abusare del potere che gli è concesso dalla collettività, persino involontariamente. Lo Stato perciò non è mai corretto, può altresì risultare meno scorretto. Quindi lo Stato non è una fortuna da esaltare bensì un bisogno da sopportare, ed è con questo spirito che andrebbe costruttivamente criticato.
Preghiamo i cittadini italiani di sopportare la nostra tanto fastidiosa quanto insostituibile presenza.
Parentesi. In una società ideale il politico è servo di tutti, il magistrato è difensore del debole, il poliziotto è promotore di non-violenza. È vero che questa società è irraggiungibile proprio in quanto ideale ma alcuni paesi nord-europei si avvicinano – ben più del nostro – a questi utopistici obiettivi.
È possibile fare a meno dello Stato? La storia ci insegna che un vuoto di potere produce più sangue e distruzione del regime precedente, la natura dell’uomo maturo è infatti tendenzialmente rapace ed egoistica. Un esempio recente: la Jugoslavia post-Tito. La risposta è quindi no: lo Stato è un bisogno vitale ed insostituibile. Anche se spesso e volentieri partorisce abusi di potere, limita irrimediabilmente la libertà individuale e rischia di provocare guerre che io definisco astratte, nel secolo scorso decine di milioni di anime andarono al macello nel nome di un sentimento nobile come l’amor di Patria. Sentimento che lo Stato – proprio lui! – riuscì a tramutare in un becero nazionalismo spesso sfruttando l’onda d’urto ideologica (marxismo, fascismo, nazionalsocialismo, imperialismo, liberismo, francesismo).
È proprio a cavallo tra i due conflitti mondiali che prende corpo il movimento anarchico – ma il seme germogliava da oltre un secolo – che avrà la sua più significativa espressione nel sindacato anarchico spagnolo che conterà un enorme numero di adepti per essere poi soppreso dalla dittatura di Franco che seguì la guerra civile. In contrapposizione con un’esasperazione dello Stato così innaturale non poteva non crescere un naturale istinto libertario.
Ma non per questo l’⩜narchia deve essere bollata come una follia e l’anarchico come un insano di mente, un deficiente o un criminale. È un utopia si, ma non un’utopia errata in se stessa, cosa che al contrario fu il marxismo – oppressivo e illiberale ancor prima che utopistico.
L’uomo è imperfetto in quanto uomo, se fosse perfetto sarebbe un Dio. Ecco quindi che l’⩜narchia è realizzabile solo se l’uomo è Dio. Dirò di più: Dio stesso è anarchico in quanto indipendente da qualunque potere. La ricerca di un’⩜narchia (che non è ne caos, ne violenza, ne disordine) è quindi una ricerca di perfezione, paradossalmente una ricerca di Dio.
Riassunto di questo pensiero. L’⩜narchia è perfetta; lo Stato tende a sbagliare ma è insostituibile e necessario; l’uomo è imperfetto e perciò l’⩜narchia inapplicabile.Ma per quanto mi riguarda non posso che amarla come utopia e credo che se presa come cometa non possa che condurre al bene, o al male minore. Se ogni politico, magistrato o poliziotto si ricordasse che quella è la vera giustizia, mentre lui altro non è che una necessità il mondo sarebbe migliore, o meno peggiore.

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