In Dio odia e sancisce il nulla dell’uomoIn realtà, se le cose religiose, se il nome di Dio, se questi «facitori di Dio» che sono i preti scatenano le passioni più tempestose di Sade, è perché le parole «Dio» e «religione» sono adatte a incarnare quasi tutte le forme del suo odio. In Dio egli odia il nulla dell’uomo che si è dato un simile signore, e il pensiero di questo lo irrita e lo infiamma a tal punto che non può che cooperare con Dio per sancire questo nulla. In Dio odia poi l’onnipotenza, nella quale riconosce la propria, e Dio diviene la figura, il corpo del suo odio infinito. Infine, in Dio odia la miseria, la nullità di un’esistenza che, per quanto si affermi come esistenza e creazione, non è nulla, poiché ciò che è grande, ciò che è tutto, è lo spirito di distruzione.

Crediti
 Maurice Blanchot
 La ragione di Sade
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Quotes per Maurice Blanchot

I veri pensieri sono pensieri di rifiuto, rifiuto del pensiero naturale e dell'ordine legale ed economico che si impone come una seconda natura, rifiuto della spontaneità che, mentre pretende di essere un atto di libertà, è semplicemente un fatto abituale, senza ricerca e senza precauzioni.

Il silenzio richiede un lungo processo di scrittura e parola e stare zitti sta ancora parlando. Il silenzio è impossibile, è per questo che lo vogliamo.

A Osea, l'Eterno dice: Sposa una donna prostituta che ti partorisca figliuoli di prostituzione, perché tutto il paese si prostituisce, e non è un'immagine. Il matrimonio stesso è profetico. La parola profetica è pesante. La sua pesantezza è il segno della sua autenticità. Non si tratta di far parlare il proprio cuore, né di dire quel che piace alla libertà dell'immaginazione. I falsi profeti piacciono, sono graditi: giullari (artisti) più che profeti. Ma la parola profetica s'impone dall'esterno, è il Fuori, il peso e la sofferenza del Fuori.

La poesia, come ogni creazione dello spirito, non può che denunciare il pericolo che il linguaggio rappresenta per l'uomo; è il pericolo dei pericoli; è il lampo che gli rivela, a rischio di accecarlo e di fulminarlo, che egli è perduto nella banalità delle parole usuali, nella comunità della lingua sociale, nella quiete delle metafore addomesticate. Il linguaggio essenziale brilla improvviso nel cuore della nube e il suo splendore corrode, consuma, divora il linguaggio storico.  Passi falsi

Con la domanda ci si dà la cosa e nello stesso tempo il vuoto che ci permette di non averla ancora o di averla come desiderio. La domanda è il desiderio del pensiero.