Cioran, uomo di grande lucidità, diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita. Quando veniamo al mondo affrontiamo una sofferenza e un disagio che ci portiamo avanti tutta la vita, quelli di un passaggio traumatico da una situazione conosciuta all’ignoto. Questo è il primo grande disagio. Il secondo, non meno traumatico, è quando ci rendiamo conto che dovremo morire. Per me questa spaventosa consapevolezza è arrivata verso i quattro anni. L’uomo diventa grande, diventa spirituale o altro, quando riesce a superare questi disagi senza ignorarli. Ora, se a essi si aggiunge anche l’esercizio della solitudine, ecco che allora forse, a differenza di altri che vivono protetti dal branco, alla fine della tua vita riesci a consegnare alla morte una goccia di splendore, come recita quel grande poeta colombiano che è Alvaro Mutis. Se ti opponi, se ti rifiuti di attraversare e superare questi disagi, per sopravvivere ti organizzi affinché siano gli altri a occuparsene e deleghi. Questa rinuncia ti toglie dignità, ti toglie la vita. Credo che l’uomo, per salvarsi, debba sperimentare l’angoscia della solitudine e dell’emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un aiuto: ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza.
Articoli simili
Cogliere l’essenza del tempo: Vivere consapevolmente ogni istante per una vita significativa
30/05/2023Se ci sediamo sulla riva degli istanti per osservarne il fluire, rischiamo di percepirli come una sequenza priva di significato, un tempo che ha perso la sua sostanza, un tempo astratto che riflette il nostro vuoto interiore. Ogni passo ulteriore, immergendoci sempre più nell’astrazione, lo riduce a una sottile essenza a causa nostra, finché si…
Consigli dei filosofi per il nuovo anno
31/12/2021Talete: bevete molta acqua prima e dopo i pasti. Anassimandro: siate infiniti. Anassimene: aprite le finestre. C’è bisogno d’aria. Anassagora: fate attenzione alle sfumature. Parmenide: il 2023 sarà e non potrà non essere. Du cojoni. Empedocle: siate equilibrati. Gorgia: carissimi, spero possiate passare un anno meraviglioso! Zenone: prendete più tartarughe possibili. Non fate come Achille.…
Pedro Páramo
24/02/2017Álvaro Mutis salì a grandi falcate i sei scalini di casa mia con un pacchetto di libri in mano, separò dal mucchio il più piccolo e sbellicandosi dal ridere mi disse: – Leggi questo, cazzo, e impara! – Era Pedro Páramo. Quella notte non potei dormire prima di averlo letto una seconda volta. Mai, dalla notte tremenda in cui lessi La Metamorfosi, dieci anni prima, in una lurida pensione per studenti a Bogotà, avevo provato una commozione simile
Ancora nessun commento